Svizzera

Si intensifica la lotta al calabrone asiatico: «Il Ticino per ora è stato risparmiato, ma le cose potrebbero cambiare»

Negli scorsi giorni, il Consiglio federale ha adottato le necessarie modifiche dell'ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti ai prodotti chimici per combattere l'insetto invasivo – Ne parliamo con l'entomologo Lukas Seehausen del CABI
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Federica Serrao
05.09.2025 13:30

Dal primo ottobre, sarà autorizzato l'uso di prodotti biocidi nei boschi, per contrastare più efficacemente la diffusione del calabrone asiatico in Svizzera. Questa è, in sintesi, la notizia divulgata durante la settimana, dopo che il Consiglio federale ha adottato le necessarie modifiche dell'ordinanza sulla riduzione dei rischi inerenti ai prodotti chimici, adempiendo così un mandato del Parlamento.

L'obiettivo è quello di eliminare i nidi secondari di calabroni asiatici già a partire dai mesi autunnali. In questo modo, si rallenterebbe la diffusione di questo insetto nel prossimo anno. Si tratta, infatti, di una specie esotica invasiva che si nutre sia di api da miele che di api selvatiche, in grado di riprodursi molto rapidamente. La sua presenza, in Svizzera, è stata segnalata nel 2017, dopo che l'insetto è arrivato dalla Francia. Nel corso del 2023 si è diffuso velocemente lungo l'Arco giurassiano e nella Svizzera romanda. In Ticino, al momento, la situazione sembra sotto controllo. Ma le cose, prima o poi, potrebbero cambiare.

Un'applicazione «professionale»

La notizia, tuttavia, non è passata inosservata. Soprattutto per l'utilizzo dei biocidi nei boschi nelle foreste, che suscita qualche preoccupazione sia per la salute umana che per l'ambiente. Come ci spiega Lukas Seehausen, entomologo al CABI di Delémont, i prodotti autorizzati nelle foreste hanno lo scopo di uccidere gli insetti, in generale. Ragione per cui, la loro applicazione deve essere effettuata con estrema precisione. «Questi biocidi non sono specifici per i calabroni, ma se altri insetti entrano in contatto con essi, possono essere uccisi», sottolinea l'esperto. «Per questo motivo, sebbene da un lato siano molto efficaci per eliminare i nidi di calabroni asiatici, dall'altro devono essere applicati in modo professionale e secondo le migliori pratiche, per garantire sicurezza sia all'uomo che all'ambiente». 

È di fondamentale importanza che il trattamento sia effettuato da un professionista con una certa esperienza per evitare errori che potrebbero essere pericolosi per l'uomo e per l'ambiente
Lukas Seehausen

Nel concreto, come spiega l'esperto, i biocidi vengono iniettati nel nido. Questo procedimento ha un «effetto shock» sui calabroni e li uccide. «Se si seguono le migliori pratiche, l'applicazione viene effettuata quando tutti i calabroni sono nel nido e i biocidi dovrebbero rimanere nel nido, senza essere versati nell'ambiente». Questo processo comporta che il nido deve venga rimosso con cura entro 24 ore dal trattamento. «In questo modo, nessun altro animale dovrebbe entrare in contatto con il biocida, e l'applicazione può essere considerata sicura per l'ambiente», spiega Seehausen. «È quindi di fondamentale importanza che il trattamento sia effettuato da un professionista con una certa esperienza per evitare errori che potrebbero essere pericolosi per l'uomo e per l'ambiente». 

Con le dovute accortezze, insomma, l'utilizzo di biocidi rimane la soluzione più efficace per combattere il calabrone asiatico. Insetto per il quale è necessario un intervento di questo tipo, a causa della sua pericolosità. L'utilizzo di prodotti di questo tipo – che devono necessariamente essere biocidi omologati – viene infatti autorizzato solo quando l'insetto rappresenta un pericolo significativo per la salute dell'uomo, per il bestiame o per l'ambiente. Inoltre, i prodotti impiegati devono causare il minor inquinamento possibile. Nel caso dei calabroni asiatici, l'esecutivo ne ha autorizzato, eccezionalmente, l'uso già da quest'anno dal momento che i nidi di questi insetti si trovano principalmente sulle cime degli alberi nei boschi. In punti, insomma, meno rischiosi per gli umani e per diversi animali. 

Il calabrone asiatico ha popolazioni molto più numerose rispetto al calabrone europeo: questo aumenta il rischio di essere punti
Lukas Seehausen

Popolazioni numerose

L'urgenza di combattere il calabrone asiatico, spiega Seehausen, è dovuta ai molteplici rischi associati a questo insetto. «Il calabrone asiatico è un predatore specializzato di impollinatori, che caccia e nutre le sue larve. Di conseguenza, questo è un fattore di stress aggiuntivo a quelli già presenti, come il cambiamento climatico, l'uso di insetticidi e la presenza di altre specie invasive». Non solo. Come spiega l'esperto, le api mellifere sono un bersaglio facile per il calabrone asiatico, al punto che nelle zone con un'alta densità di insetti possono essere decimati interi alveari. «È stato dimostrato che i servizi di impollinazione degli insetti specializzati possono essere decimati nelle zone in cui il calabrone asiatico è molto abbondante». 

E non è tutto. Soprattutto durante l'autunno, le colonie di calabroni asiatici sono numerose e alla ricerca di zuccheri per la loro sopravvivenza. «In questo periodo anche l'uva è matura e ricca di zuccheri, il che comporta danni al raccolto e un alto rischio di punture per le persone che la raccolgono». A tal proposito, i rischi di essere punti da questo insetto sono, in generale, più alti. «Il calabrone asiatico ha popolazioni molto più numerose rispetto al calabrone europeo», sottolinea l'esperto. «Ciò significa che può raggiungere densità più elevate di nidi in una data area, il che aumenta il rischio di essere punti. Un aspetto particolarmente problematico per le persone allergiche». 

In Ticino, finora, è stato rilevato un solo esemplare di calabrone asiatico
Lukas Seehausen

E in Ticino?

Al momento, i due cantoni di Basilea hanno annunciato di aver individuato e distrutto 57 nidi nel corso del 2024. All'inizio di marzo di quest'anno, il Vallese ha intensificato, a sua volta, la lotta al calabrone asiatico, installando trappole nei distretti di Montehy e St. Maurice. Nel canton Vaud, invece, è stato richiesto l'intervento di uno specialista per limitare la proliferazione dell'insetto, il che ha comportato la distruzione di circa 80 nidi nella seconda metà del 2024. 

Come dicevamo, però, il Ticino, al momento, sembra essere stato risparmiato. Fino ad ora, infatti, nel nostro cantone è stato trovato un solo esemplare di calabrone asiatico. Ma non è detto che, in futuro, non arrivi anche alle nostre latitudini. «Questo insetto ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 2004, nel sud-ovest della Francia. Da quel momento si è diffuso in tutte le direzioni, raggiungendo la Svizzera nel 2017», ricorda l'entomologo. All'inizio, la sua presenza è stata segnalata nel canton Giura. Qualche anno dopo, tra il 2019 e il 2020, ha raggiunto anche il canton Vaud e quello di Ginevra. «A sud delle Alpi, il calabrone ha dovuto attraversare prima il nord Italia. Per questo motivo, al momento, non ha ancora raggiunto la Svizzera da questo lato. Ma si prevede che, presto, compariranno nidi anche nella parte meridionale della Svizzera».