Si mette male per il Paradiso dei Cani

Il Paradiso dei Cani, la pensione per gli amici a quattro zampe situata in zona Rocchi a Medeglia, dovrà rimanere chiusa finché non verrà regolarizzata dal punto di vista pianificatorio, ammesso che ciò sia possibile. Lo ha deciso il Tribunale cantonale amministrativo dando torto ai proprietari, che si erano opposti al divieto d’uso decretato dal Municipio di Monteceneri e confermato dal Consiglio di Stato. La struttura, uno stabile di 57 metri quadrati costruito «in epoca imprecisata» e poi inserito nell’inventario degli edifici fuori zona edificabile, sorge su di un terreno di circa 2.500 metri quadrati che a Piano regolatore è in (gran) parte forestale e in parte agricolo. L’attività della pensione era iniziata nel 2020 e non era passata inosservata, tanto che il Comune due anni più tardi aveva chiesto una domanda di costruzione a posteriori, proibendo ai titolari di accogliere gli animali fino all’ottenimento di un permesso. Loro la domanda l’avevano presentata, contestando però il divieto d’uso con un ricorso al Governo. Invano: quest’ultimo aveva ritenuto giustificato il provvedimento, visto che l’attività non era autorizzata e sarebbe andata contro «interessi pubblici preponderanti, trovandosi il fondo fuori zona edificabile», oltre ad essere «suscettibile di generare immissioni foniche nelle vicinanze, site in zona edificabile». Per intenderci, la pensione è a circa trecento metri in linea d’aria dal nucleo di Medeglia.
«Non potevamo fare altro»
«È evidente che l’insediamento della nuova attività commerciale finalizzata alla tenuta di una ventina di cani su una superficie di almeno 500 metri quadrati in cui sono state ritagliate svariate aree recintate e collocati diversi box e tettoie – scrive il Tram – è un intervento soggetto a licenza edilizia. Pacifico è inoltre che l’attività, unitamente alle relative opere, non è sorretta da un titolo autorizzativo». Quindi, «l’ordine di sospendere l’utilizzazione appare senz’altro giustificato». Ricorso respinto. Nel frattempo, come confermatoci dal municipale Daniele Piccaluga, è stata respinta anche la domanda edilizia a posteriori e il Comune, una volta cresciuta in giudicato la sua decisione, proporrà al Cantone una misura per sanare l’abuso edilizio. In una parola: demolire (da capire quali elementi in particolare). «Abbiamo sempre cercato di fare l’interesse pubblico» premette Piccaluga. «Di fronte a un preavviso negativo del Cantone, non potevamo far altro che negare la licenza». L’unica via d’uscita per Il Paradiso dei Cani sarebbe una variante di Piano regolatore. L’hanno chiesta anche i proprietari con una petizione online, ma il Municipio non sembra andare in questa direzione.
«Un affare di Stato»
Su Facebook, i proprietari si sono sfogati: «Non è stato sufficiente bloccare l’attività, mandare quasi in fallimento l’azienda, obbligare al licenziamento del personale e creare un disagio a tanti detentori di cani. No! Ora vogliono addirittura la demolizione! È una delle pagine più vergognose del Ticino nei confronti di una realtà ricca di amore per gli animali». «Sembra che una piccola pensione per cani – concludono – sia diventata “un affare di Stato” e sia da radere al suolo a tutti i costi e con grande rapidità».