Biasca

Si partirà con le Elementari

Chiesti 31 milioni per la prima fase della realizzazione del comparto Bosciorina – Prevista l’edificazione dell’istituto scolastico: inizio lavori nel 2024, inaugurazione nel 2026
©CdT/Chiara Zocchetti
Red. Bellinzona
20.03.2023 16:31

La nuova sede della Scuola elementare che ospiterà la doppia palestra, il Servizio cantonale logopedico e il rifugio pubblico della Protezione civile da 600 posti. È questa l’opera che compone la prima fase di realizzazione del Comparto Bosciorina a Biasca, per la quale il suo Municipio ha richiesto l’approvazione di un credito di 31 miloni di franchi che verrà sottoposto al Consiglio comunale. Con la richiesta, l’Esecutivo intende dunque «dare una risposta concreta intesa ad eseguire le indicazioni e gli obiettivi manifestati da tutte le istanze politiche favorevoli alla realizzazione di un Comparto che possa offrire le sue prestazioni a soddisfacimento delle esigenze di tutta la comunità, in particolare della popolazion scolastica e degli anziani biaschesi», si legge nel messaggio municipale. Quello del Comparto Bisciorina sarà quindi un luogo caratterizzato da una forte componente sociale e culturale e «costituisce di fatto un nuovo centro intergenerazionale per Biasca nel quale, grazie ad edifici e spazi esterni con funzioni diverse, si intende favorire l’incontro tra generazioni consolidando l’idea di comunità e di appartenenza».

Previste tre tappe

Dopo la realizzazione della prima fase - che dovrebbe iniziare l’anno prossimo per concludersi nel 2026 - è prevista l’edificazione anche della Bibliomedia e di una casa per anziani. In una terza tappa è invece previsto l’arrivo della Scuola dell’infanzia, del Servizio educazione precoce speciale, dell’asilo nido, di un centro extrascolastico e di una palestra multifunzionale. Costo totale stimato del Comparto: 53 milioni, escludendo però la nuova casa per anziani il cui concorso per la sua progettazione è in dirittura d’arrivo. Situata nel centro urbano di Biasca, sostituirà l’ospizio Petronilla, risalente agli anni Settanta e che secondo l’Esecutivo non risponde più alle attuali esigenze.

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