Si suicida dopo lo scherzo su Kate

LONDRA - L'infermiera dell'ospedale dove era ricoverata Kate Middleton, che aveva preso la telefonata in cui un duo di conduttori di una radio australiana fingeva di essere la regina Elisabetta II e il principe Carlo per ottenere informazioni sulla salute di Kate (poi ottenute davvero, Vedi Suggeriti), è stata trovata morta e si pensa che possa trattarsi con molta probabilità di un suicidio. Lo hanno riferito venerdì pomeriggio Sky News e altri media britannici, seguiti poco dopo dal King Edward Hospital (vedi Box) che ha confermato ufficialmente il decesso, esprimendo "profondo cordoglio" per quella che è una vicenda "shock". I paramedici, ha poi precisato l'ospedale, hanno tentato di rianimare la donna, ma invano, e così è stata dichiarata morta sul posto. Si tratta comunque dell'infermiera che passò le informazioni, e non della centralinista che accolse la telefonata, come invece è stato riferito dai mass media negli immediati minuti dopo la chiamata d'emergenza. La reazione di St. James's Palace è stata subitanea: "Il duca e la duchessa di Cambridge esprimono profonda tristezza nell'apprendere della morte dell'infermiera J.S.. Mai il Palazzo Reale ha protestato presso l'ospedale. Al contrario, abbiamo costantemente offerto il nostro pieno sostegno alle infermiere e allo staff".

In Australia, i due radiofonici - Michael Christian e Mel Greig - sono stati sospesi e sono "sotto shock". Lo riferisce Sky News citando fonti dell'emittente radio australiana 2D FM che ha trasmesso lo scherzo. I due dj non torneranno in onda fino a ulteriori comunicazioni, fa sapere la stessa fonte.

Intanto anche la Polizia ha iniziato le indagini, escludendo per il momento l'ipotesi "morte sospetta", confermando così indirettamente la validità dell'ipotesi "suicidio". Un portavoce di Scotland Yard ha poi fatto sapere che "la polizia è stata chiamata intorno alle 9.35 di questa mattina con riferimento alla morte di una donna trovata in stato di incoscienza ad un indirizzo di Weymouth Street", nel centro di Londra, non lontano dal King Edward Hospital dove la donna prestava servizio.