Pandemia

Si torna a parlare dell'origine del COVID-19

È «probabile» la fuga dal laboratorio di Wuhan – Il dipartimento dell'Energia USA ha aggiornato un rapporto dell'2021 sulla base di «nuove informazioni di intelligence, studi di ricercatori e consultazioni con esperti non governativi»
© KEYSTONE (Chinatopix via AP)
Red. Online
27.02.2023 10:01

Il dipartimento dell'Energia americano ha concluso che la pandemia di COVID-19, molto probabilmente, è nata da una fuga in laboratorio a Wuhan, in Cina. La notizia è di ieri, ma ha riacceso la luce (ormai spenta, almeno alle nostre latitudini) sul coronavirus. Perché la conclusione è diversa da quella cui erano giunte altre agenzie di intelligence degli Stati Uniti, che continuano ad avere ipotesi divergenti sull’origine del coronavirus, ma anche dello stesso dipartimento dell'Energia. In precedenza, i suoi esperti avevano infatti mantenuto posizioni più prudenti - definendosi «indecisi» -, dicendo di non potere ricostruire con esattezza le circostanze che portarono alla pandemia.

L'ultima valutazione si aggiunge al divario all'interno del governo degli Stati Uniti sul fatto che la pandemia di COVID-19 sia iniziata in Cina nel 2019 a seguito della fuga da un laboratorio o se sia emersa naturalmente. È stato il Wall Street Journal a riportare per primo la «nuova» valutazione del Dipartimento dell'Energia. Che, secondo sue fonti, sarebbe basata su «nuove informazioni di intelligence, studi di ricercatori e consultazioni con esperti non governativi». Un portavoce del Dipartimento dell'Energia ha dichiarato alla CNN di «continuare a sostenere il lavoro approfondito, attento e obiettivo» dei suoi «professionisti dell'intelligence nell'indagare sulle origini del COVID-19, come ha ordinato il Presidente».

L’origine della pandemia è discussa da sempre e secondo gli esperti comprenderla potrebbe offrire nuove risorse per fare prevenzione ed evitare quello che è successo negli ultimi tre anni. Poco dopo il suo insediamento, Joe Biden aveva chiesto alle varie agenzie di intelligence di indagare sull’origine del coronavirus, non ritenendo sufficienti i rapporti dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che, all’inizio del 2021, aveva definito «estremamente improbabile» un errore di laboratorio. La sua indagine era stata però svolta sotto stretto controllo da parte delle autorità cinesi, prendendosi le critiche dei governi occidentali per la mancanza di trasparenza. Nessuno dei risultati delle analisi condotte dalle agenzie di intelligence aveva portato a risultati convincenti. Il Ministero degli Esteri cinese ha respinto l'accusa. Il portavoce, Mao Ning, ha sottolineato la conclusione «autorevole e scientifica» raggiunta nel 2021. «Le parti interessate dovrebbero smetterla di sollevare discussioni sulle fughe di laboratorio, smettere di diffamare la Cina e smettere di politicizzare la questione dell'origine del virus», ha detto Mao.

Le reazioni

Il presidente della commissione Esteri della Camera USA, il repubblicano Michael McCaul, si è detto «contento» che il Dipartimento dell'Energia «abbia finalmente raggiunto la stessa conclusione a cui ero già arrivato io. Ho richiesto un briefing completo e approfondito da parte dell'Amministrazione su questo rapporto e sulle prove alla base», si legge in una nota. Per McCaul, l'origine del COVID-19 è «il peggior insabbiamento nella storia umana» e ha invitato l'amministrazione Biden a concordare pubblicamente con la conclusione del dipartimento dell'Energia. «È fondamentale che l'amministrazione inizi anche a lavorare immediatamente con i nostri partner e alleati in tutto il mondo sia per identifica i responsabili, sia per agire a livello internazionale affinché una cosa simile non accada ma più».

Il senatore repubblicano dell'Alaska Dan Sullivan, dal canto suo, ha chiesto audizioni pubbliche: «Dobbiamo fare ampie udienze. Spero che i nostri colleghi democratici al Congresso possano sostenerlo. So che i repubblicani alla Camera sono certamente favorevoli», ha dichiarato alla NBC.

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