Sindaci, chi va e chi resta sulle sponde del Verbano

Alain Scherrer più no che sì. Il sindaco di Locarno avrebbe in cuor suo già deciso di farsi da parte tra otto mesi, non ricandidandosi alle Comunali del 2024. Ne avrebbe parlato ai familiari e a qualche amico, tra i quali Marco Solari, anche lui al termine del suo percorso da presidente del Film Festival. E forse anche a Norman Gobbi, prendendo da parte il direttore del Dipartimento delle istituzioni che martedì pomeriggio era a Palazzo Marcacci. L’annuncio ufficiale e pubblico di Scherrer dovrebbe arrivare appena concluso il Festival. Via libera dunque al «sindaco designato» Nicola Pini, che quasi sicuramente lascerà il Gran Consiglio per sedersi alla testa dell’Esecutivo cittadino.
Anche in pieno clima vacanziero e festivaliero, nelle stanze dei bottoni dei Comuni che s’affacciano sul Verbano c’è già fermento in vista delle elezioni del prossimo aprile. C’è chi ha già deciso di farsi da parte, magari dopo tre o quattro legislature sulle spalle, chi ci sta ancora pensando e non ha sciolto le riserve (ma in cuor suo ha già deciso, come Scherrer appunto) e chi di sicuro si ripresenterà. Abbiamo dunque fatto un giro d’orizzonte per «muovere le acque» e tracciare i prossimi scenari tra alcuni enti locali della regione.
Sicuri alle urne
Sarà sicuramente della partita per un altro quadriennio di sindacato Gianluigi Della Santa a Gambarogno: «Con quattro anni alla testa del Municipio ho appena finito di fare l’apprendistato - ci dice sorridendo -. Dunque mi ripresenterò per superare l’esame di maturità», chiosa l’avvocato, annunciando ufficiosamente la sua candidatura con la consueta frase di rito: «Ne devo ancora discutere con il mio partito, il PLR». Procedendo verso la sponda destra del lago, troviamo l’accoppiata Gordola e Tenero-Contra. Damiano Vignuta, 12 anni in Municipio e 8 da sindaco di Gordola, ha praticamente già deciso: sarà della partita. «Ho ancora qualche dossier da completare, primo fra tutti la ristrutturazione del Burio, quindi credo proprio che mi ricandiderò», dice il sindaco PLR. Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda, anche come esperienza nell’Esecutivo di Tenero-Contra, il leghista Marco Radaelli: «Altri quattro anni non mi dispiacerebbero per completare il lavoro svolto finora», rileva mentre si gode un periodo di vacanze.
La scelta dell’avvocato
Seguendo la riva verso il capoluogo facciamo tappa a Minusio. Felice Dafond, che è candidato PLR al Consiglio nazionale, al telefono ci dice di voler attendere l’esito delle elezioni federali prima di esprimersi sul sindacato. Ma dal suo tono di voce e dai «rumors» raccolti in via Rivapiana e dintorni sembra proprio che l’avvocato, tra l’altro presidente dell’Associazione dei Comuni ticinesi, abbia maturato l’idea di farsi da parte, lasciando oneri e onori all’emergente Renato Mondada, vicesindaco sempre PLR, in un Esecutivo che, seppur orfano della «locomotiva» Dafond, non vuol certo cedere la maggioranza assoluta conquistata tre anni fa.
Il nodo del Borgo
Detto che a Muralto Stefano Gilardi è «intoccabile», a meno che non decida di cedere lo «scettro» del principato al figlio Gabriele, superiamo la città, attraversiamo il ponte sulla Maggia ed eccoci ad Ascona. Da tempo Luca Pissoglio ha dichiarato che non si ripresenterà, aprendo una lotta intestina all’interno del PLR, il partito di maggioranza relativa che da sempre ha in mano le redini del Borgo. La municipale e capodicastero Finanze e cultura Michela Ris, che proprio nel 2024 taglierà il traguardo dei dieci anni nell’Esecutivo, non ha mai nascosto le sue ambizioni di sindacato, ma sulla sua strada troverà un outsider, l’ex direttore delle Scuole comunali Giorgio Gilardi, appena andato in pensione. Gilardi ha scaldato i motori elettorali alle Cantonali, ma supportato dal sindaco punta ad entrare nel Municipio del Borgo dalla porta principale. Probabilmente non con obiettivi di sindacato, ma certamente con ambizioni di un incremento di schede ad Ascona anche il Centro sta affilando le armi, riproponendo il «decano» e vicesindaco Maurizio Checchi e affiancandogli un altro candidato forte, Paolo Duca. Concludendo con Brissago, anche Roberto Ponti avrebbe deciso di lasciare il passo ai giovani. «Da 34 anni sono in Municipio, da 22 come sindaco. Effettivamente potrebbe essere il momento giusto per farsi da parte», precisa, prendendosi ancora qualche tempo per decidere.