Sindrome di Tarlov, il male oscuro

La battaglia di Vesna contro una sindrome ignota e per una rendita AI al 100%
Romina Borla
15.02.2012 05:43

Vesna Savic è in guerra da tre anni. Contro la sindrome di Tarlov, una malattia quasi sconosciuta che le ha preso l'anima, oltre che il corpo, per la quale non è ancora stata individuata una cura. Contro un dolore e una fatica continui che le ottundono anche i pensieri. E contro chi non crede al suo male e la giudica pazza «o, peggio, una scansafatiche». La incontriamo nel suo appartamento a Bellinzona, in un quartiere popolare dove la gente si conosce e si aiuta come può ad arrivare alla fine del mese. Mentre racconta la sua storia, con un filo di voce, cambia posizione in continuazione - si siede su di un fianco, poi si alza, accenna qualche passo, poi si sdraia, torna a sedersi - tormentata da un male da cui non riesce a liberarsi. Mai. Praticamente non può fare nulla. Eppure l'AI le riconosce un'invalidità solo al 40%. Lo specialista italiano Christian Lunetta, uno dei pochi dottori competenti sulla sindrome di Tarlov ci spiega che si tratta di un male caratterizzato da continue fitte dolorose e dalla difficoltà di trovare una posizione che dia sollievo. Per il medico cantonale Giorgio Merlani, quello di Vesna è una caso reso difficile soprattutto dal fatto che le varie diagnosi sulla sua malattia divergono le une dalle altre. Monica Maestri ci spiega invece i criteri per decidere l'entità di una rendita AI.