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Zelensky: «Il destino di milioni di persone si sta decidendo sul campo di battaglia»

Volodymyr Zelensky persona dell'anno per il Time — Sirene d'allarme in una base aerea in Russia: si tratta della stessa base militare russa attaccata da droni di Kiev nei giorni scorsi — Washington: «Non abbiamo fornito a Kiev armi per colpire in Russia» – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Zelensky: «Il destino di milioni di persone si sta decidendo sul campo di battaglia»
Red. Online
07.12.2022 06:20
22:12
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«Il destino di milioni di persone si sta decidendo sul campo di battaglia»

«Il destino di milioni di persone che possono essere salvate si sta decidendo sul campo di battaglia in Ucraina». Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un videomessaggio alla Fondazione Robert F. Kennedy per i diritti umani, riferisce l'agenzia Ukrinform.

«Il 24 febbraio la Russia ha iniziato una guerra totale contro di noi, una guerra in cui combattiamo per la sopravvivenza. Centinaia di nostre città e villaggi sono stati semplicemente rasi al suolo dagli attacchi russi. Siamo già riusciti a liberare dall'occupazione 1'888 insediamenti. Ma quasi altrettante città e villaggi ucraini rimangono sotto occupazione. Questo significa che ora il destino di milioni di persone viene deciso sul campo di battaglia in Ucraina. Milioni che possono essere salvati», ha detto Zelensky.

Secondo il presidente, l'Ucraina non ha il diritto di lasciare nemmeno un cittadino sotto l'occupazione russa o nei campi di concentramento russi, dove migliaia di persone sono già scomparse, così come sul territorio russo, dove centinaia di migliaia di ucraini sono stati deportati con la forza.

«Possiamo liberarli. Questa è la nostra speranza. Questo è il significato del vostro sostegno. Non si tratta di politica, ma di vita», ha sottolineato.

Zelensky ha ringraziato gli Stati Uniti per il loro sostegno all'Ucraina e ha espresso la speranza che, grazie a questo sostegno, «potremo dire un giorno che tutta l'Ucraina è finalmente libera e al sicuro dal terrore russo».

22:06
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Lituania: «Intavolare trattative con la Russia non porterebbe ad alcuna pace reale»

Intavolare trattative di pace con la Russia «non porterebbe ad alcuna pace reale», ma «gioverebbe alla Russia e permetterebbe il riposizionamento del suo esercito». Lo ha affermato oggi il Presidente lituano Gitanas Nausėda durante un incontro con il Presidente del Parlamento ucraino (Verchovna Rada) Ruslan Stefanchuk a Vilnius. Lo rende noto un comunicato stampa della Presidenza della Repubblica di Lituania.

«La Lituania sa cosa significa vivere a fianco dell'aggressore», ha affermato Nausėda, «e comprende le sofferenze e il senso di ingiustizia che sta vivendo l'Ucraina. La Lituania sostiene con tutti i mezzi possibili l'Ucraina e fornirà supporto umanitario, militare e finanziario fino alla vittoria».

Il Presidente lituano ha quindi sottolineato che la collaborazione politica tra l'Alleanza atlantica e l'Ucraina sarà uno dei principali temi di cui si dibatterà durante il summit NATO in programma il prossimo anno a Vilnius. Stefanchuk si trovava nella capitale lituana per partecipare alla periodica assemblea dei rappresentanti dei Parlamenti di Lituania, Polonia e Ucraina.

17:46
17:46
Intesa a Congresso USA per altri 800 milioni a Kiev nel 2023

Intesa al Congresso per almeno 800 milioni di dollari di ulteriori aiuti militari a Kiev per il prossimo anno, in base alla legge da 858 miliardi per le spese della Difesa concordata in parlamento dopo lunghi negoziati. Secondo il Cremlino la manovra è «ostile».

Il provvedimento autorizza anche sino a 10 miliardi di dollari in cinque anni a favore della difesa di Taiwan e 11,5 miliardi di dollari di nuovi investimenti per rafforzare le iniziative di deterrenza nel Pacifico, riferiscono i media Usa.

A commento della decisione del Congresso USA, il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che la legge di spesa della Difesa degli Stati Uniti «ha un carattere estremamente ostile» verso la Russia e questo «ovviamente può avere conseguenze abbastanza serie e durature di un'ulteriore destabilizzazione della situazione nel continente europeo» - riporta la Tass.

15:35
15:35
L'America: «Alla fine sono gli ucraini a prendere le loro decisioni»

«Noi siamo impegnati a garantire che gli ucraini abbiamo i mezzi per difendersi e ad evitare ogni escalation della guerra ma alla fine sono gli ucraini a prendere le loro decisioni. Noi siamo sempre stati chiari e non li abbiamo incoraggiati a colpire oltre il confine in Russia». Lo ha detto in un briefing il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby.

15:30
15:30
«Almeno 441 civili uccisi dai russi nelle prime settimane di guerra»

Almeno 441 civili, compresi bambini, sono stati uccisi dalle forze russe durante le prime settimane dell'invasione dell'Ucraina. Lo sostiene un rapporto dell'Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, citato dal Guardian.

L'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani (OHCHR) ha documentato esecuzioni sommarie e attacchi in dozzine di città in tre regioni, aggiungendo che il numero effettivo delle vittime nelle regioni di Kiev, Chernihiv e Sumy potrebbe essere molto più alto.

Il rapporto copre l'inizio dell'invasione di Mosca il 24 febbraio fino all'inizio di aprile e ha raccolto prove da 102 città e villaggi in Ucraina. «Gli atti in questione sono stati commessi dalle forze armate russe in controllo di queste aree, e hanno provocato la morte di 441 civili (341 uomini, 72 donne, 20 bambini e 8 bambine)».

Molti dei corpi documentati nel rapporto recavano segni che le vittime potrebbero essere state uccise intenzionalmente, afferma il documento. Mosca ha ripetutamente negato di aver preso di mira i civili in quella che definisce una «operazione militare speciale».

Due giorni fa, l'OHCHR ha riferito che complessivamente, dall'inizio della guerra fino al 4 dicembre l'ufficio ONU ha contato 6.702 morti civili, e che il suo monitoraggio include violazioni di tutte le parti in conflitto.

14:51
14:51
Il 54% dei russi crede nel successo dell'operazione militare

Il 54% dei russi continua a pensare che l'operazione militare in Ucraina abbia successo. Un dato rilevato in novembre dall'istituto statistico indipendente Levada, che rimane uguale a quello registrato due mesi prima. Il 32% è invece dell'opinione che l'operazione non abbia successo.

Allo stesso tempo rimane alto, ma decisamente in calo, il numero di persone che si dichiarano preoccupate per l'andamento delle operazioni: il 42% è «molto preoccupato» (rispetto al 58% di settembre) e il 38% «abbastanza preoccupato» (era il 30% in settembre). Ciò significa che «lo shock per la mobilitazione parziale» dichiarata dal presidente Vladimir Putin «sta passando», osserva Levada, tra l'altro bollato come «agente straniero» dalle autorità.

Il sostegno per le forze armate rimane alto, pari al 75%, ma è più evidente nella fascia di popolazione più anziana. Allo stesso tempo aumenta dal 36% in settembre al 41% in novembre il numero di coloro che sono convinti che l'operazione in Ucraina debba continuare. Ma il 53% crede che si debba passare a negoziati di pace, un dato comunque in calo rispetto al 57% di settembre.

Un dato che colpisce in modo particolare è il sostanziale disinteresse per il conflitto da parte di larghi strati della popolazione. Alla fine di novembre coloro che seguivano le vicende in Ucraina «molto da vicino» erano il 23%, in calo rispetto al 32% di settembre. Un altro 35% (il 34% in settembre) dichiarava di seguirlo «abbastanza da vicino». Il resto segue l'operazione militare con scarsa attenzione o non lo segue affatto.

14:36
14:36
«Almeno 31 pacchi sospetti alle ambasciate ucraine di 15 Paesi»

«Negli ultimi due giorni, pacchi sospetti sono arrivati alle ambasciate ucraine in Italia, Polonia, Portogallo, Romania e Danimarca, oltre che ai consolati di Danzica». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un post su Facebook. Secondo il funzionario, in totale 31 plichi sono stati inviati alle missioni ucraine in 15 Paesi, in quella che Kiev ha descritto come una «campagna di terrore e intimidazione».

«In totale, abbiamo già 31 casi in 15 Paesi: Austria (1), Vaticano (1), Danimarca (1), Spagna (5), Italia (4), Kazakistan (1), Paesi Bassi (1), Polonia (6 ), Portogallo (2), Romania (2), USA (1), Ungheria (2), Francia (1), Croazia (1), Repubblica Ceca (2)», ha scritto Kuleba sul suo profilo Facebook.

Le ambasciate e i consolati ucraini stanno operando da una settimana con «misure di sicurezza rafforzate» poiché «le minacce ai nostri diplomatici continuano ad arrivare», ha affermato il ministro.

Secondo Kuleba, tutte le buste «riportavano lo stesso indirizzo del mittente: concessionaria Tesla nella città tedesca di Sindelfingen», a sud di Stoccarda. I pacchi provenivano da uffici postali che non erano dotati di sistemi di videosorveglianza.

Il ministro ha spiegato che i responsabili hanno adottato misure per non lasciare tracce del loro DNA, aggiungendo che questo «indica il livello professionale» di chi ha realizzato le azioni.

14:31
14:31
Merkel: «Avremmo dovuto reagire più velocemente all'aggressività di Mosca»

«Avremmo dovuto reagire più velocemente all'aggressività della Russia». Lo dice l'ex cancelliera tedesca Angela Merkel, che in un'intervista al settimanale Die Zeit, secondo un'anticipazione, ammette che vi siano state delle falle nella politica con la Russia, al tempo dell'occupazione della Crimea.

All'epoca i membri della NATO si erano accordati sulla necessità di destinare il 2% del PIL alla Difesa. «La Germania non ha comunque raggiunto la quota del 2% e anch'io io non ho tenuto discorsi fiammanti su questo ogni giorno», ha affermato l'ex cancelliera.

L'autorizzazione del gasdotto Nord Stream 2, per Merkel, non sarebbe stata invece un errore: un veto sul progetto «avrebbe pericolosamente peggiorato il clima con la Russia».

L'eccessiva dipendenza dal gas russo non sarebbe infine il risultato del progetto del gasdotto, ma sarebbe dipesa dalla circostanza che venisse consegnato troppo poco gas da Norvegia, Gran Bretagna e Paesi Bassi.

14:24
14:24
Time: Volodymyr Zelensky è la persona dell'anno

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, con «lo spirito dell'Ucraina», è la persona dell'anno di Time per il 2022. Lo ha annunciato la rivista americana. Il Time ha inoltre attribuito alle donne dell'Iran il riconoscimento di «eroi dell'anno».

«La scelta di quest'anno è stata la più chiara a memoria d'uomo», hanno spiegato i vertici del Time nell'annunciare la scelta che include, assieme a Zelensky, lo «spirito dell'Ucraina».

«Sia che le vostre reazioni alla battaglia per l'Ucraina siano di speranza o di terrore, Zelensky - si legge nella motivazione - ha galvanizzato il mondo in modo che non vedevamo da decenni. La decisione di non lasciare Kiev mentre cominciavano a cadere le bombe russe è stata epocale. Dal suo primo post di 40 secondi su Instagram il 25 gennaio in cui ha mostrato che il governo e la società civile ucraina erano intatti, ai quasi quotidiani discorsi a Westminster, la Banca Mondiale e ai Grammy, il presidente dell'Ucraina è stato onnipresente. La sua offensiva mediatica ha spostato l'equilibrio geopolitico innescando un'ondata di azione che ha spazzato il globo».

Zelensky era stato insignito due giorni fa dello stesso onore dal Financial Times.

13:50
13:50
«Distrutti più di mille siti culturali»

Oltre 1.000 siti culturali in Ucraina sono stati distrutti dall'inizio dell'invasione russa del Paese. Lo ha detto il ministro ucraino della cultura Oleksandr Tkachenko in un discorso al forum annuale «Ucraina creativa», citato da Ukrinform.

«Oltre mille siti della sfera culturale. Questa cifra include tutte le infrastrutture. Si tratta principalmente di biblioteche e club, ma tra questi c'è un numero estremamente elevato di siti del patrimonio culturale che sono danneggiati o completamente distrutti», ha detto Tkachenko. Il ministro ha poi ringraziato i partner internazionali che sostengono l'Ucraina nel settore culturale per il loro aiuto.

Tkachenko ha pure invitato gli alleati occidentali a boicottare la cultura russa, esortando a sospendere le esibizioni della musica di Tchaikovsky e di altri compositori russi fino alla fine della guerra. Scrivendo sul Guardian, il funzionario di Kiev sostiene che un simile «boicottaggio culturale» non equivarrebbe a «cancellare Tchaikovsky», ma significherebbe «sospendere l'esecuzione delle sue opere fino a quando la Russia non cesserà la sua sanguinosa invasione».

Secondo Tkachenko, una tale scelta è giusta in quanto la guerra è «una battaglia di civiltà sulla cultura e la storia» in cui la Russia sta attivamente «cercando di distruggere la nostra cultura e memoria» insistendo sul fatto che i due stati costituirebbero un'unica nazione.

Molte figure culturali in Ucraina hanno affermato che lo Stato russo sta attivamente strumentalizzando il suo patrimonio artistico durante il conflitto. Ad esempio, alcuni cartelloni pubblicitari nella Kherson occupata dai russi mostravano immagini di Pushkin, con testi che si riferivano al legame del poeta russo con la città.

13:34
13:34
La Polonia si prepara a schierare i Patriot tedeschi

La Polonia si sta preparando a schierare il sistema di difesa aerea Patriot tedesco sul suo territorio, dopo che Berlino ha rifiutato di collocare il sistema in Ucraina. Lo ha dichiarato su Twitter il ministro della difesa polacco Mariusz Blaszczak.

«Dopo aver parlato con il ministero della difesa tedesco, sono rimasto deluso dalla decisione di rifiutare il sostegno all'Ucraina. Il dispiegamento dei Patriot nell'Ucraina occidentale aumenterebbe la sicurezza di polacchi e ucraini», ha twittato Blaszczak. «Ora procediamo a lavorare sugli accordi per posizionare i lanciatori in Polonia e collegarli al nostro sistema di comando».

Il mese scorso la Germania ha offerto alla Polonia i sistemi di difesa Patriot per aiutare a proteggere il suo spazio aereo, dopo che un missile è caduto in territorio polacco uccidendo due persone. In seguito, il ministro ha chiesto alla Germania di inviare i Patriot in Ucraina invece che in Polonia.

13:32
13:32
Navalny difende Dozhd, «errore toglierle la licenza»

Il noto oppositore russo Alexey Navalny, in carcere per motivi politici, ha espresso il suo sostegno alla tv indipendente russa Dozhd e ha affermato che gli «sembra errata e basata su mancanza di informazioni» la decisione delle autorità lettoni di revocarle la licenza.

«Voglio esprimere il mio sostegno a Dozhd», ha scritto Navalny su Twitter, secondo quanto riporta Meduza. «È un onesto media indipendente con cui ho lavorato sin dalla sua fondazione. Il loro lavoro quest'anno, quando hanno condannato senza compromessi la guerra di Putin contro l'Ucraina, è diventato una fonte di verità su questa guerra per milioni di russi, lo ammiro».

12:21
12:21
La Bielorussia muove forze di sicurezza «contro il terrorismo»

La Bielorussia prevede di spostare attrezzature militari e forze di sicurezza oggi e domani in quelli che afferma essere controlli sulla sua risposta a possibili atti di terrorismo. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Belta, secondo quanto riportato dal «Guardian».

«Durante questo periodo, si prevede di spostare attrezzature militari e personale delle forze di sicurezza nazionale», ha affermato l'agenzia citando il Consiglio di sicurezza del paese.

«Il movimento dei cittadini lungo determinate strade e aree pubbliche sarà limitato, ed è previsto l'uso di imitazioni di armi a scopo di addestramento». Non è stato riferito quali parti del paese possano essere coinvolte.

La Bielorussia ha dichiarato che non entrerà in guerra nella vicina Ucraina, ma in passato il presidente Alexander Lukashenko ha ordinato alle truppe di schierarsi con le forze russe vicino al confine ucraino, citando minacce alla Bielorussia da Kiev e dall'Occidente.

Da mesi l'Ucraina esprime timori che la Bielorussia e la Russia possano pianificare un'incursione congiunta attraverso il suo confine settentrionale.

10:46
10:46
Papa: in Ucraina si ripete quanto accaduto in sterminio ebrei

«Lunedì scorso il Centro per le relazioni cattolico-ebraiche dell'Università Cattolica di Lublino ha commemorato l'anniversario dell'Operazione Reinhardt. Durante la Seconda Guerra Mondiale essa ha provocato lo sterminio di quasi due milioni di persone, soprattutto di origine ebraica. Il ricordo di questo orribile evento susciti in tutti noi propositi e azioni di pace. E la storia si ripete, si ripete, vediamo adesso cosa succede in Ucraina. Preghiamo per la pace». Lo ha detto papa Francesco nell'udienza generale, salutando i pellegrini polacchi.

06:30
06:30
Sirene d'allarme in una base aerea in Russia

Le sirene d'allarme hanno risuonato ieri sera in un aeroporto militare della città russa di Engels, nella regione di Saratov a centinaia di chilometri dall'Ucraina. Lo rendono noto le autorità locali, citate dall'agenzia Tass.

Si tratta della stessa base russa attaccata da droni di Kiev nei giorni scorsi. «Le sirene hanno suonato sul territorio di un'unità militare. Non vi è alcuna minaccia per le infrastrutture civili», ha specificato il primo vicecapo distrettuale Yevgeny Shpolsky.

06:26
06:26
Il punto alle 6.00

Oggi, 7 dicembre, è 287. giorno dallo scoppio della guerra in Ucraina.

Nel corso della giornata di ieri le truppe russe hanno bombardato massicciamente la regione di Kherson. Bombe anche su Zaporizhzhia. Mentre la metà della regione di Kiev sarà priva di elettricità nei prossimi giorni. Intanto Mosca riferisce di un drone ucraino che ha attaccato l’aeroporto militare di Kursk.

Colpito l'edificio di un servizio idrico a Kherson
I russi, in un attacco ieri a Kherson, hanno colpito l'edificio del servizio idrico uccidendo un impiegato di 43 anni. Lo ha riferito il consiglio comunale di Kherson su Telegram, come riferisce Ukrinform.
L'edificio amministrativo della società di servizi e gli edifici residenziali situati nelle vicinanze sono stati colpiti. Il dipendente è morto a causa di una ferita da mina esplosiva e ferite da schegge.

«Putin non vuole firmare un decreto per porre fine alla mobilitazione»
Il presidente russo Vladimir Putin non ha intenzione di firmare un nuovo decreto per porre fine alla mobilitazione: lo scrive il sito indipendente di notizie Meduza riportando le dichiarazioni del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.
«Questo lo abbiamo già spiegato, quindi non abbiamo nulla di nuovo da dire al riguardo», ha detto Peskov nel suo briefing quotidiano, affermando che è meglio ignorare le notizie su un possibile secondo round di mobilitazione, che ha descritto come una «provocazione». Invece, i russi dovrebbero «essere orientati dalle informazioni provenienti dal ministero della Difesa e dal presidente», ha aggiunto.
Alla fine di novembre, i deputati della Duma dei partiti Kprf, Yabloko e Just Russia hanno chiesto a Putin di firmare un decreto che avrebbe chiaramente posto fine alla mobilitazione. I deputati hanno spiegato che molti russi «non sono in grado di fare progetti per il futuro proprio e delle loro famiglie» o di «continuare la vita come al solito». Giorni prima, i deputati del partito Yabloko della camera legislativa careliana avevano presentato una richiesta simile. Il Cremlino - scrive Meduza - continua a insistere sul fatto che non è necessario alcun decreto speciale per porre fine alla mobilitazione e che Putin dovrebbe essere preso in parola.

«Non abbiamo fornito a Kiev armi per colpire in Russia»
Gli Stati Uniti «non hanno fornito all'Ucraina armi per colpire fuori dal suo territorio ma per difendere la sua sovranità dall'aggressione della Russia». Lo ha detto ieri in serata il portavoce del dipartimento di Stato, Ned Price, in un briefing con la stampa rispondendo a una domanda sulle accuse di Mosca a Kiev di aver sferrato un attacco con un drone nei pressi dell'aeroporto di Kursk.
«Non abbiamo messo l'Ucraina nelle condizioni di colpire oltre i suoi confini, non stiamo incoraggiando l'Ucraina a colpire oltre i suoi confini», ha sottolineato il portavoce del dipartimento di Stato americano. «Tutto ciò che stiamo facendo, tutto ciò che il mondo sta facendo, è sostenere l'indipendenza dell'Ucraina», ha ribadito.