Confine

Smart working e frontalieri, c'è la proroga ma...

In attesa del via libera del Senato, che dovrebbe arrivare domani, a far discutere è il fatto che, per come è scritto l'emendamento, varrà solo per chi era in telelavoro al 31 marzo 2022
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Red. Online
02.08.2023 17:45

Lunedì, la Camera dei deputati ha votato la proroga del telelavoro, o smart working, per i frontalieri fino al 31 dicembre. Affinché il provvedimento entri in vigore, trattandosi di un decreto legge, occorrerà attendere anche il voto del Senato, atteso per domani. In linea di massima, i frontalieri «potranno riprendere a svolgere lo smart working fino al 40% del tempo dell'orario di lavoro». Ovvero, due giorni la settimana. E questo dopo che, dal 1. luglio, quando il nuovo accordo fiscale fra Italia e Svizzera è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale sta, la quasi totalità dei 15 mila lavoratori frontalieri interessati dal tema è rientrata, in presenza, oltreconfine al fine di evitare ripercussioni di natura fiscale.

Le organizzazioni sindacali e i partiti di minoranza, tuttavia, hanno notato un elemento che stona. E non poco. Per dirla con Andrea Puglia, responsabile frontalieri in seno al sindacato OCST intercettato dai colleghi della Provincia di Como, «per come è stato scritto l’emendamento, formalmente questa deroga varrà solo per quei frontalieri che erano in telelavoro al 31 marzo 2022». Come se, insomma, il tema del telelavoro fosse legato esclusivamente all'emergenza sanitaria. L'OCST ha segnalato l'anomalia ad alcuni emissari del Governo italiano, che pur riconoscendo l'errore hanno spiegato che, oramai, era troppo tardi. Anche in Senato, nello specifico fra i banchi del PD, l'anomalia è stata notata. Di più, il senatore Alessandro Alfieri si era premurato con la maggioranza affinché venisse modificato questo punto specifico. «Ci è stato assicurato – ha aggiunto Puglia – che la data del 31 marzo 2022 è frutto di un refuso, ma in giurisprudenza i refusi non sono mai tali. Per questo in mancanza di un qualcosa scritto nero su bianco, è assai probabile che le aziende andranno in confusione».

L'OCST ha pure segnalato che «la deroga del 40% varrà solo sul piano fiscale (dunque sull’IRPEF) e non sul piano previdenziale (l’INPS)». Tradotto, dal momento che l'Italia non ha ancora aderito ai nuovi regolamenti dell'UE, a livello INPS rimarrà il tetto del 24,99%. Sulla vicenda è pure intervenuto il sindaco di Lavena Ponte Tresa nonché presidente dell'Associazione Comuni Italiani di Frontiera, Massimo Mastromarino, il quale ha auspicato «una regolamentazione definitiva del provvedimento nei prossimi mesi, nell’ambito dell’attuazione del nuovo accordo fiscale».

Questa proroga, quantomeno, rappresenta un traguardo in favore dei frontalieri. Dopo il via libera del Senato, la misura sarà retroattiva al 1. luglio e verrà formalizzata dalla controparte svizzera. L'obiettivo, detto delle anomalie, rimane quello di arrivare a un provvedimento definitivo entro la fine del 2023. Tenendo come base il cosiddetto modello francese: due giorni la settimana in telelavoro. Una soluzione, come quella sperimentata in questi mesi, che piace a entrambi i Paesi coinvolti.

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