Soffocato dall'hot-dog, una fatalità

ROMA - Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha archiviato l'inchiesta aperta dopo la morte - lo scorso marzo - di un bimbo di tre anni soffocato da un hot-dog mentre mangiava al ristorante Ikea di un centro commerciale della capitale italiana. Secondo quanto scritto dal giudice nell'ordinanza, il decesso del piccolo è una fatalità non attribuibile a una negligenza del personale che è intervenuto per tentare di salvare il piccolo. L'inchiesta era stata aperta dopo la denuncia dei genitori del bambini per omissione di soccorso.
Una decisione, quest'ultima, che ha lasciato senza parole la famiglia del piccolo, con mamma Alessia che non riesce a darsi pace. "Vogliamo giustizia - ha detto con le lacrime agli occhi -. Non possono chiudere un'inchiesta senza neanche aver sentito le persone che hanno avuto un ruolo chiave in questa vicenda". Un percorso giudiziario che, secondo la famiglia, "presenta numerose lacune e punti oscuri ancora da chiarire".
Il cuore di Francesco ha smesso di battere il 17 marzo scorso, dopo cinque giorni di agonia. Il bimbo era stato portato al policlinico ed erano stati minuti di terrore, con la mamma che aveva dapprima provato a farlo respirare e poi aveva chiesto aiuto a chiunque si trovasse nei paraggi. I soccorsi erano arrivati solo in un secondo tempo, visto che avevano riscontrato problemi nel raggiungere il bistrot, tra corridoi, percorsi obbligati e scale mobili.
La famiglia ha sempre sostenuto che vi è stato non solo un "colpevole ritardo" dei soccorritori del 118, ma anche la colpevole assenza di personale medico all'Ikea. Tanto che presentò denuncia per omissione di soccorso.