Tecnologia

«Sono Fedha, sono figlia dell’AI e ora vi dico cosa è successo nel mondo»

Una conduttrice virtuale che lavora con l’intellingenza artificiale ha debuttato sabato scorso sul profilo Twitter del sito di Kuwait News – È il primo giornalista robot del mondo arabo
Prisca Dindo
13.04.2023 13:51

Giacca nera, maglietta bianca. Capelli biondi, occhi chiari e una postura che non ha nulla da invidiare a quella delle sue colleghe in carne ed ossa. «Buongiorno, sono Fedha, la prima presentatrice del paese che lavora con l'intelligenza artificiale a Kuwait News. Che tipo di notizie preferisci? Sentiamo le vostre opinioni», ha detto l’immagine virtuale in arabo apparsa sabato scorso sull'account Twitter della testata online. Kuwait news, come riporta il portale on line di The Guardian, è affiliato al Kuwait Times, fondato nel 1961 come primo quotidiano in lingua inglese della regione del Golfo.

Il vicedirettore della testata Abdullah Boftain avrebbe affermato che quello messo on line sabato scorso era un test «per capire il potenziale dell'intelligenza artificiale nel campo dei contenuti nuovi e innovativi».

«In futuro Fedha – avrebbe aggiunto Abdullah Boftain come riportano diverse testate internazionali - potrebbe adottare l'accento kuwaitiano e presentare notiziari sull'account Twitter del sito, che conta più di un milione di follower».

I tratti della conduttrice virtuale, che si presenta senza velo,  sembrano piuttosto occidentali. Tuttavia il vice direttore non ha dubbi: i capelli biondi e gli occhi chiari della conduttrice virtuale riflettono bene la variegata popolazione dei kuwaitiani e degli espatriati del paese arabo ricco di petrolio.  »Fedha – ha aggiunto - rappresenta tutti«. Sarà.

Kuwait news non è la prima emittente del mondo a puntare sull’Intelligenza artificiale.

È già dal 2020 che MBN, un importante canale tv della Corea del Sud, presenta giornalisti robot. E il bilancio è piuttosto positivo, come riporta INA, la rivista francese online dei media.

«Penso che i sudcoreani siano più abituati all'intelligenza artificiale rispetto agli europei o agli americani», ha dichiarato alla testata francese Sung Han-kyu, il project manager AI di Deep Brain, un’azienda di intelligenza artificiale in contatto con l’emittente sudcoreana.

Anche i giornalisti di MBN sembrano soddisfatti.

 «Certo, all'inizio eravamo piuttosto perplessi - ammette uno di loro - pensavamo che saremmo stati sostituiti a poco a poco da questi giornalisti robot. Ma per il momento le macchine non sono in grado né di  interpretare né di analizzare i fatti.  Questo lo facciamo noi mentre loro fanno il lavoro più noioso, come assemblare testi e montare immagini. Ciò permette a noi giornalisti umani di concentrarci su argomenti più approfonditi».

Nessun timore dunque per il posto di lavoro. Finora l’allievo non ha superato il maestro. Domani si vedrà.