Clima

«Sono tornato su quel ghiacciaio svizzero, vederlo così mi ha fatto piangere»

Un turista di Bristol diffonde due foto del ghiacciaio del Rodano, scattate a 15 anni di distanza l'una dall'altra, mostrando gli effetti del riscaldamento globale - Tra il 2022 e il 2023 il volume dei giganti bianchi svizzeri si è ridotto del 10%, secondo Legambiente sono destinati a scomparire
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Michele Montanari
06.08.2024 12:45

Quindici anni di distanza tra una foto e l’altra. La seconda è stata scattata domenica scorsa, 4 agosto. Ma, quelli immortalati, sembrano due paesaggi completamente diversi. Duncan Porter, uno sviluppatore di software di Bristol, nel Regno Unito, ha pubblicato su X due immagini che lo ritraggono insieme alla moglie Helen davanti al ghiacciaio alpino del Rodano, situato nel nord-est del Vallese. Tra le due foto sono passati anni, ma gli effetti del tempo non hanno segnato solo i volti di Duncan e la moglie: dove un tempo c’era una distesa di ghiaccio bianco e grigio, oggi restano rocce leggermente imbiancate e un laghetto di acqua verde. «Non mentirò, mi sono messo a piangere» ha commentato l’uomo, condividendo le impressionanti immagini, testimonianza tangibile di quanto velocemente il riscaldamento globale stia sciogliendo i giganti di ghiaccio della Svizzera.

Stando al Guardian, Porter e sua moglie avevano scattato la foto originale nel 2009 in un punto panoramico vicino a un albergo «in stile Wes Anderson (il regista americano fissato con le inquadrature simmetriche, ndr)», che nel frattempo ha chiuso. Quell'immagine oggi si trova appesa nella cucina della coppia. I due coniugi, desiderosi di tornare in Svizzera e far vedere il ghiacciaio alle loro figlie Maisie ed Emily, hanno fatto un viaggio in camper attraverso l'Europa e hanno raggiunto il ghiacciaio del Rodano per ricreare la foto a 15 anni di distanza dalla prima. «Ovviamente le circostanze di questa foto sono state drasticamente diverse», ha detto Porter, sottolineando come fenomeni del genere «dovrebbero accadere in periodi di tempo molto lunghi: le persone dovrebbero concentrarsi sulla velocità del cambiamento». Mentre la moglie Helen, vedendo lo stato del ghiacciaio, ha parlato di qualcosa di «veramente incredibile».

Ma le impressionanti immagini diffuse dal turista inglese, non fanno altro che confermare quello che gli esperti ripetono da tempo: i ghiacciai svizzeri rischiano di scomparire. Negli ultimi anni il loro volume si è ridotto del 10%. Dopo una perdita record del 6% nel 2022, un ulteriore calo del 4% è stato registrato nel 2023. Secondo la Commissione svizzera per l'osservazione della criosfera (CSC), in soli due anni, i ghiacciai svizzeri hanno perso tanto volume quanto tra il 1960 e il 1990. Un ritiro «massiccio» dovuto alla combinazione di inverni poco nevosi ed elevate temperature estive, con il caldo che ha sciolto la neve da due a quattro settimane in anticipo rispetto alla norma.

Tra il 2022 e il 2023 è avvenuta la disintegrazione di diverse lingue glaciali e molti piccoli ghiacciai sono scomparsi: le misurazioni sul St. Annafirn, nel canton Uri, hanno dovuto essere interrotte, mentre la perdita di spessore ha raggiunto i tre metri sul ghiacciaio del Basòdino, in Ticino, sul ghiacciaio del Gries, in Vallese, e sul ghiacciaio del Pers, nei Grigioni.

Il ghiacciaio del Rodano della foto «incriminata» si trova in una situazione migliore rispetto ad altri giganti bianchi elvetici, ma si è comunque ridotto di circa un quarto negli ultimi 15 anni. Ovvero il periodo di tempo intercorso tra le due foto di Porter, le quali non sono passate inosservate sul web, anzi. La climatologa svizzera Sonia Seneviratne, ad esempio, ha evidenziato gli effetti climatici avvenuti in questi anni: «Era un ghiacciaio davvero impressionante. È molto triste vedere quelle foto perché mostrano quanto siano stati grandi i cambiamenti».

Secondo Matthias Huss, glaciologo del Politecnico federale di Zurigo (ETH) e direttore della Rete svizzera di monitoraggio dei ghiacciai svizzeri (GLAMOS), è ancora possibile salvare una parte significativa dei ghiacciai svizzeri. Una sfida, questa, «importante non solo dal punto di vista del panorama, ma anche per l'approvvigionamento di acqua ed energia».

A livello internazionale, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) dell’ONU ha scoperto che, nel peggiore scenario legato al riscaldamento globale, «quasi tutta la massa dei ghiacciai» scomparirebbe nei prossimi secoli alle basse latitudini, nell’Europa centrale, nel Caucaso, nel Canada occidentale e negli Stati Uniti, nell’Asia settentrionale, in Scandinavia e in Nuova Zelanda.

Nel 2023 l'associazione italiana Legambiente ha lanciato il «Manifesto per una governance dei Ghiacciai e delle risorse connesse», proponendo 7 azioni a livello internazionale per la gestione dei ghiacciai e delle risorse idriche, «per una visione del ghiacciaio come una risorsa da valorizzare in quanto fornitore di importanti servizi ecosistemici». Secondo il gruppo ambientalista, senza azioni concrete, i ghiacciai di Svizzera, Italia e Austria sono «condannati a sparire» per effetto della crisi climatica e del riscaldamento globale.

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