Stanziato quasi mezzo miliardo per la rete del trasporto pubblico

«In questo periodo finanziariamente difficile per tutti, mi piace sottolineare come il settore del trasporto pubblico, mostrando rigore ma anche grazie all’aumento del numero di passeggeri, sia riuscito a compensare l’aumento dei costi».
Non nasconde una certa soddisfazione il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali nel commentare gli estremi del messaggio governativo per il credito sul trasporto pubblico. Per il quadriennio 2025-2028, la spesa prevista ammonta a 462,1 milioni di franchi, di cui 358, 3 a carico del Cantone e 103,8 milioni a carico dei Comuni.
Un importo in linea con quello del quadriennio precedente, pari a 461, 4 milioni di franchi: «È innegabile che la fiammata inflazionistica abbia toccato anche il mondo del trasporto pubblico», commenta ancora Zali. «Tuttavia, negoziando serenamente con i nostri partner e approfittando dell’aumento degli introiti, riusciamo a offrire lo stesso servizio a un costo stabile praticamente su otto anni». Insomma, l’onere a carico del Cantone, durante i due quadrienni, non subirà aumenti.
Abitudini e utenza
Decisivo per la stabilità della spesa, come detto, è stato l’aumento dell’utenza. In particolare quella regionale TILO, che ha registrato una crescita del 55,8% tra il 2019 e il 2023; mentre la domanda di trasporto pubblico su gomma, in passeggeri, è aumentata del 21,8%.
«Il risultato fa ben sperare, soprattutto tenuto conto dell’importante aumento dell’utenza transfrontaliera». Una gradita presa di coscienza che riflette l’effettivo potenziamento della rete. Con l’apertura della galleria di base del Monte Ceneri, a dicembre 2020, la rete dei trasporti pubblici è stata infatti riorganizzata e l’offerta fortemente potenziata, ricorda il Consigliere di Stato.
«Quest’opera ci ha permesso di avviare una serie di riflessioni sul trasporto pubblico già a partire dal 2016. Tuttavia, non ci siamo limitati a constatare che il tempo di percorrenza tra Lugano e Bellinzona si sarebbe ridotto di 10 minuti. Attorno a questa grande opera, abbiamo riorganizzato il traporto su gomma, potenziando l’offerta». Non a caso, la spesa del Cantone relativa a questa voce è aumentata di un terzo, passando dall’oggi al domani da 30 a 90 milioni di franchi». Un potenziamento che ha reso possibile, per molti, un cambiamento di abitudini: «Il trasporto pubblico oggi è diventato una valida alternativa all’auto e alle code sulle strade, in particolare a sud di Lugano». Guardando al futuro, per incentivare maggiormente il passaggio dal mezzo privato a quello pubblico, secondo Zali, sarà fondamentale assicurare la qualità del servizio. «Oltre la frequenza, è fondamentale la puntualità delle corse, affinché il lavoratore possa fare pieno affidamento al servizio».
Nonostante l’aumento importante dell’utenza, il servizio del trasporto pubblico regionale e urbano, tuttavia, non è commercialmente redditizio, precisa ancora Zali. I ricavi derivanti dalla vendita dei titoli di trasporto (biglietti e abbonamenti) e degli introiti accessori (pubblicità, ecc.) non coprono i relativi costi. «La spesa non coperta, denominata “indennità”, è l’importo che i committenti (Confederazione, Cantone e Comuni) devono versare alle imprese di trasporto per il servizio che svolgono».
Referendum finanziario?
Ora, quindi, spetterà al Gran Consiglio discutere e votare il messaggio. La cifra stanziata, come detto, è ingente, quasi mezzo miliardo di franchi. Quanto basta, insomma, per invocare lo strumento del referendum finanziario obbligatorio? «A titolo personale, continuo a sostenere che non si tratta di una nuova spesa e, quindi, il credito non è soggetto a referendum», ribatte Zali. «Non è una nuova spesa, ma qualcosa di vincolato da contratti in essere». E per chiarire meglio il caso specifico, Zali aggiunge: «L’acquisto dello stabile EFG a Lugano è il classico esempio in cui si applica il referendum finanziario obbligatorio, se viene richiesto dal numero previsto di parlamentari. Per contro, questa spesa per il trasporto pubblico, come già quella per il credito quadro della manutenzione stradale, non rientra nella categoria, trattandosi di una spesa vincolata e non di un nuovo investimento».
Dissipare i dubbi
Sulla necessità di far chiarezza in merito alla distinzione tra spesa vincolata e nuovo investimento, il consigliere di Stato era già intervenuto durante un recente dibattito in Gran Consiglio. «Al momento non ci sono state delucidazioni». Certamente è possibile ricorrere, come insegna il recente caso del ricorso (presentato da ErreDiPi) sulle compensazioni della Cassa pensioni dei dipendenti pubblici, poi respinto. «In quel caso è stata confermata la referendabilità e, quindi, il Gran Consiglio aveva ragione», conclude Zali.