Ballottaggi

Stati, il Centro verso il primato, a Zurigo il PLR lascia la corsa

A Berna restano da occupare 13 poltrone – Dopo quarant’anni, i liberali del cantone più popoloso rimangono fuori dalla Camera alta – Per il secondo seggio, sfida fra Gregor Rutz (UDC) e Tiana Moser (Verdi liberali)
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Giovanni Galli
25.10.2023 06:00

Fra conferme e ritiri, si sta delineando il quadro dei ballottaggi per completare il Consiglio degli Stati. Oltre al Ticino, il secondo turno si renderà necessario in otto Cantoni. In totale restano da designare tredici «senatori». Il Centro ha forti probabilità di restare il partito di maggioranza relativa, avendo già riconfermato 10 dei suoi 14 seggi. Ora ne potrebbe conquistare da tre a cinque. Il PLR, che disponeva di 12 poltrone, se ne è aggiudicate 9, ma non dovrebbeottenere più seggi dell’ultima legislatura. Sfuma quindi la possibilità, evocata dal presidente Thierry Burkart, di superare il Centro. Il quale ha già sorpassato il PLR al Nazionale e in termini percentuali, diventando la terza forza politica svizzera dietro UDC e PS. Quest’ultimo, che nel quadriennio aveva 7 seggi, ne ha già occupati 6, e potrebbe farne suoi altri 2, mentre l’UDC è a quota 5. Altre 4 poltrone parrebbero alla portata. Quanto ai Verdi, che nel 2019 avevano creato la sorpresa con 5 seggi, finora se ne sono assicurati 3. Un quarto è possibile.

Regole differenti

Va precisato che le regole del gioco non sono uniformi. Ogni Cantone ha le sue e questo spiega, in parte, perché domenica sera risultavano già occupati tre quarti dei posti della Camera alta. La soglia d’accesso, ad esempio, non viene definita dappertutto allo stesso modo. In diversi Cantoni è più bassa rispetto al Ticino, dove nessuno riesce ad essere eletto al primo turno. Le differenze riguardano anche le date dei ballottaggi e la possibilità data in certi Cantoni ai partiti – stavolta però non sarà il caso – di mandare al secondo turno un candidato diverso, se il titolare non è più ritenuto competitivo.

Intanto, lunedì sera, nel Canton Berna (cfr. CdT di ieri), Flavia Wasserfallen (PS, nuova) e Werner Salzmann (UDC, riconfermato) sono risultati eletti tacitamente, perché gli altri concorrenti (PLR e Verdi in testa), di fronte all’impossibilità di colmare il divario, si sono ritirati.

A Zurigo, dove al primo turno è stato riconfermato il socialista Daniel Jositsch, la lotta per il secondo seggio sarà fra il consigliere nazionale uscente Gregor Rutz (UDC) e la collega Tiana Angelina Moser (Verdi liberali), capogruppo a Berna. L’unica certezza è che il PLR, dopo 40 anni, non sarà più rappresentato alla Camera dei Cantoni. La sezione cantonale del partito ha infatti annunciato che la sua candidata, la consigliera nazionale Regine Sauter, non si presenterà al ballottaggio in programma il 19 novembre. Stessa scelta per il centrista Philipp Kutter e l’ecologista Daniel Leupi. Stando ai liberali-radicali, la difesa del posto lasciato vacante da Ruedi Noser è possibile solamente col «sostegno totale di tutte le forze borghesi». Questo requisito però «non è soddisfatto». Il PLR appoggerà Rutz, mentre i Verdi e il PS sosterranno Moser.

Anche il Canton Argovia deve eleggere il secondo rappresentante, che andrà ad affiancare il riconfermato Thierry Burkart (PLR). Al ballottaggio si presenteranno il consigliere nazionale UDC Benjamin Giezendanner e la collega Marianne Binder-Keller (Centro). Le altre candidate, appartenenti a PS, Verdi, Verdi liberali ed Evangelici, hanno deciso di farsi da parte per sostenere Binder-Keller, alla quale vengono attribuite più chance per sbarrare la strada a Giezendanner.

Il confronto resta aperto a Ginevra, dove si voterà il 12 novembre. I partiti dell’Alleanza di destra hanno lanciato Mauro Poggia (MCG, primatista domenica) e Céline Amaudruz (UDC), che sfideranno i due «senatori» uscenti Lisa Mazzone (Verdi) e Carlo Sommaruga (PS). Staccati e già eletti al Nazionale, la liberale-radicale Simone de Montmollin e il centrista Vincent Maitre si sono fatti da parte. La corsa, per contro, sembra meno aperta in Vallese – sempre il 12 novembre – dove dovrebbero essere confermati i due uscenti centristi Beat Rieder e Marianne Maret, sfidati dal liberale-radicale Philippe Nantermod.

Solo donne a Friburgo

Anche a Friburgo ci sarà una corsa a tre. In lizza figurano solo donne: da una parte le uscenti Isabelle Chassot (Centro) e Johanna Gapany (PLR) e dall’altra la socialista Alizée Rey (quarta al primo turno). Il consigliere nazionale Pierre-André Page (UDC), terzo domenica a poche centinaia di voti da Gapany, si è tolto dalla corsa. Il suo ritiro rientra nell’ambito di una ricostituzione dell’Alleanza borghese, valida anche per le Cantonali del 2026. Quanto a Vaud, dopo l’elezione di Pierre-Yves Maillard (PS), vivrà una sfida fra l’ex consigliere di Stato Pascal Broulis (PLR, sostenuto da UDC e Centro) e il verde Raphaël Mahaim (sostenuto dalla sinistra), domenica giunto quarto e molto staccato.

Un posto, infine, è ancora in palio sia a Soletta, dove è stato confermato Pirmin Bischof (Centro), sia a Sciaffusa, che sarà ancora rappresentato da Hannes Germann (UDC). A Soletta si confronteranno Franziska Roth (PS) e Christian Imark (UDC) mentre ha rinunciato Remo Ankli (PLR). A Sciaffusa il favorito è il socialista Simon Stocker, che se la vedrà con Nina Schärrer (PLR) e l’uscente Thomas Minder (Ind.), il padre dell’iniziativa contro le retribuzioni abusive.