Statua di Stalin rimossa a sorpresa

La città natale del dittatore l'ha confinata nel museo
AtseAnsa
25.06.2010 17:48

MOSCA - Le autorità comunali l'hanno rimossa a sorpresa, di notte, per evitare proteste popolari: è sparita così, protetta dalla polizia e nascosta dentro un grosso camion, l'enorme statua in bronzo di Stalin che troneggiava dal 1952 nella piazza principale di Gori, proprio di fronte al municipio della città natale del dittatore sovietico, in Georgia. Era uno dei pochi monumenti sopravvissuti del "padre di tutti i popoli", sicuramente il più grande e il più simbolico. Finirà nel cortile del museo cittadino che finora ha continuato a glorificare il tiranno, esibendone documenti, suppellettili, oggetti personali, tra cui gli stivali e la sua inseparabile pipa. Al suo posto, invece, verrà eretto un monumento ai caduti georgiani della guerra lampo dell'agosto 2008 per l'Ossezia del sud contro i russi 'invasori'. Un conflitto che colpì duramente Gori, piccola cittadina 80 km a ovest della capitale, dove le bombe russe sfiorarono anche la statua di Baffone. Il ministero georgiano della cultura ha già annunciato un concorso per la realizzazione del memorial, ennesimo schiaffo a Mosca, che considera responsabile di quella guerra a Tbilisi. Il movimento giovanile filoputiniano Nashi è stato il primo a reagire: ''Una strumentalizzazione della realtà''. Ma anche a Gori e in tutta la Georgia sono già scoppiate le prime polemiche. Il partito comunista è rimasto scioccato: ''Il prestigio della nazione può cadere agli occhi del mondo intero, come si è potuto fare una cosa del genere con l'uomo che ha salvato il pianeta?'', si e' chiesto il segretario del partito Sosò Gagoshvili. Molti i nostalgici pronti a scendere in piazza, in gran parte anziani e veterani: ''Stalin fa parte della nostra storia, perché decidono di toglierlo ora?'', sbotta Vladimir Kalakashvikli, 74 anni. Dissente il giovane Vaia Begashvili, 33 anni: ''È una buona decisione, non abbiamo bisogno di una statua del genere a Gori''. Anche l'ex ministro degli esteri della perestroika gorbacioviana, il georgiano Eduard Shevardnaze, poi presidente del suo Paese, critica l'iniziativa: ''La distruzione di un monumento o la sua profanazione non possono modificare la storia''. Il presidente georgiano Mikhail Saakashvili, invece, sostiene ''totalmente'' la decisione, ma invita alla prudenza: ''queste cose si devono fare senza vandalismi né isteria. Non possiamo cambiare la nostra storia. Esiste un museo su Stalin e bisogna allestire una nuova esposizione su di lui''. Che cessi di glorificarlo, ha puntualizzato il ministro georgiano della cultura Nika Rurua. La statua del dittatore, realizzata da Shota' Mikitidze, era la sua icona scultorea piu' simbolica non solo per il luogo, ma anche per le sue dimensioni (sei metri di altezza sopra un piedistallo di nove) e la posa: il georgiano, vestito con il suo tradizionale cappotto militare, scruta fiero le montagne del Caucaso all'orizzonte. Di statue di Stalin era piena l'Urss ma, dopo la denuncia dei suoi crimini da parte di Krushiov al XX congresso del Pcus nel 1956, cominciò una progressiva opera di smantellamento che ha lasciato Lenin superstar dei busti.