Statuto S: PS soddisfatto, l'UDC vuole sopprimerlo
Il Partito socialista (PS) accoglie con favore la decisione del Consiglio federale di favorire l'integrazione professionale dei beneficiari dello statuto di protezione S. Per l'Unione democratica di centro (UDC), invece, si va «nella direzione sbagliata» e bisogna abolire lo statuto.
Migliorando l'accesso dei rifugiati ucraini nel mercato del lavoro, la Confederazione fa «un passo salutare» verso un loro ritorno a una vita più normale in Svizzera, sostiene il PS in un comunicato.
«È illusorio pensare che gli ucraini che hanno trovato riparo in Svizzera potranno tornare in patria nei prossimi mesi. La loro integrazione progressiva nel mercato del lavoro è una buona notizia per loro e per l'economia locale», afferma il consigliere nazionale Jean Tschopp (PS/VD) nella nota.
Un parere non condiviso dall'UDC: interrogato dall'agenzia Keystone-ATS, il partito ritiene che bisogna sopprimere lo statuto S e concedere l'accoglienza in Svizzera solo alle persone provenienti dalle regioni devastate dalla guerra. I democentristi ricordano che il Consiglio federale aveva sottolineato fin dall'inizio che lo statuto S doveva essere «chiaramente orientato al ritorno» in patria.
Secondo l'UDC i beneficiari non dovrebbero più beneficiare dell'aiuto sociale: «si tratta del maggiore ostacolo all'integrazione nel mercato del lavoro. È troppo attrattivo non lavorare, denuncia il partito, il quale sospetta che »clan di rom« utilizzino sempre più spesso lo statuto di protezione temporanea per ottenere illecitamente prestazioni sociali.
Per facilitare l'integrazione professionale delle donne ucraine il PS chiede tra l'altro che venga esteso l'accesso alle soluzioni di custodia dei bambini.
