Stelle, superstizioni, scaramanzie: perché gli oroscopi non bastano a cancellare le nostre paure

Oggi vi racconto il libro di Theodor Adorno, Stelle su misura. L'astrologia nella società contemporanea, pubblicato da Bibliotheka.
Tra il novembre del 1952 e il febbraio del 1953, il filosofo tedesco Theodor Adorno, esponente della Scuola di Francoforte, grazie al finanziamento di una fondazione culturale californiana studiò e analizzò in dettaglio la rubrica astrologica che Carroll Righter teneva quotidianamente sulle pagine del Los Angeles Times, giornale allora considerato di orientamento conservatore.
Pubblicato per la prima volta nel 1957 nei Quaderni di studi americani, il lavoro di Adorno fu tradotto in italiano da Einaudi soltanto nel 1985, ed è adesso riproposto, a quarant’anni di distanza, dall’editore romano Bibliotheka con una prefazione di Franco Ferrarotti. Prefazione che, tra l’altro, è probabilmente anche l’ultimo scritto del grande sociologo scomparso a 98 anni il 13 novembre del 2024.
Scrivendo Stelle su misura il filosofo tedesco intendeva «prendere di mira [non] tanto l’astrologia [in sé] stessa, quanto la sua funzione sociale, il “messaggio”» che i moderni aruspici facevano «arrivare ai consumatori»; un messaggio, spiegava Adorno, «che si integra in modo indelebile come branca specifica nell’impresa dell’industria culturale».
Proprio per questo, l’attualità del libro di Adorno è sorprendente. Oltre 70 anni dopo, le sue riflessioni non soltanto restano pienamente valide, ma inducono ancora a ragionare sul rapporto tra gli individui, la società e il sistema della comunicazione massmediale.
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