Storico ritorno: una mostra a Villa Favorita

«Quando c’erano le mostre a Villa Favorita, le code cominciavano a Cassarate». La frase, solitamente pronunciata con un misto di nostalgia e polemica, è diventata un classico quando si parla di esposizioni artistiche a Lugano. Le code che cominciavano a Cassarate rischiano di rimanere solo un ricordo, dopo che la prestigiosa collezione dei Thyssen è volata in Spagna portandosi con sé le centinaia di migliaia di visitatori che attirava sul Ceresio, ma le mostre a Villa Favorita stanno per tornare. Proprio così: il Museo d’arte della Svizzera italiana e la Fondazione Favorita, d’accordo con i proprietari della residenza e con la Divisione Cultura della Città, stanno organizzando un’esposizione nel giardino della villa con le opere di Alexander Calder, defunto artista statunitense conosciuto per le sue sculture astratte «in movimento».
Restano da definire le condizioni e da stipulare gli accordi formali, ma il capodicastero Roberto Badaracco è fiducioso: «Le probabilità di realizzare la mostra nel 2024 sono molto alte». Come il morale degli organizzatori di fronte a questa opportunità. «Si tratta di un ulteriore tassello del mosaico culturale che stiamo costruendo da alcuni anni, anche tramite la collaborazione dei privati. Avere Villa Favorita e i suoi giardini come sede per una mostra di prestigio internazionale – aggiunge il vicesindaco – rappresenta un ritorno simbolico di grande impatto a livello sia turistico che culturale. E questa esposizione speciale potrà contare anche su un importante contributo finanziario dei privati».
Sui piatti della bilancia
La mostra avrà un certo peso anche dal punto di vista politico. Prossimamente, infatti, il Consiglio comunale sarà chiamato a valutare un altro accordo: quello fra la Città, il Cantone e i proprietari della villa (la famiglia Invernizzi) sul futuro accesso pubblico al complesso acquistato nove anni fa dai Thyssen per ottanta milioni di franchi. Nelle successive discussioni con il Comune e il Cantone, dalle quali fra l’altro è maturata l’idea di proporre una mostra, i nuovi padroni di casa hanno garantito il loro impegno a tenere in buone condizioni il parco e la residenza, che è un bene culturale protetto, nonché a favorire la tutela della proprietà come un unicum, senza scorporarla.
Sull’altro piatto della bilancia c’è la disponibilità dei privati a rendere pubblica la prima parte del parco: parliamo del giardino attorno a Casa Corbellina, ben visibile dalla strada cantonale, che in futuro potrà essere destinata in parte ad uso pubblico durante gli eventi promossi in loco. Il resto del complesso sarebbe invece aperto solo in occasioni speciali, come la mostra su Calder. Promuovendola – ecco il valore politico di cui parlavamo – il Municipio può dimostrare che la collaborazione con i proprietari della villa è la via migliore e porta benefici a Lugano.
Quel desiderio di entrare
Alcuni consiglieri comunali, tuttavia, sono scettici. Facendo leva sulla legge federale sulla pianificazione del territorio, secondo cui occorre «tenere libere le rive dei laghi e dei fiumi e agevolarne il pubblico accesso e percorso», chiedono che il Comune non si accontenti di un accesso parziale al parco, ma si batta per prolungare la passeggiata pubblica fino a Villa Favorita, collegandola poi a via Cortivo. Altri propongono di realizzare una passerella sull’acqua senza entrare fisicamente nella proprietà privata, altri ancora vorrebbero almeno una rinaturazione della riva di fronte al parco. Ci sarà da discutere, aspettando che il grande cancello nero affacciato su via Riviera si riapra ai luganesi.