«Strategia aziendale della SES Più peso ai Comuni azionisti»

Comuni azionisti devono poter avere maggior voce in capitolo nelle scelte strategiche attuate dal Consiglio di amministrazione e dalla direzione della Società Elettrica Sopracenerina (SES). Ne è convinto il gruppo liberale radicale in Consiglio comunale a Locarno che con una interrogazione al Municipio alimenta l’acceso dibattito che negli ultimi tempi si è sviluppato al riguardo della politica attuata dalla SES, spesso e volentieri ritenuta lontana dalle esigenze dei propri clienti. «Anche durante le serate pubbliche dedicate al tema è emerso un diffuso malcontento tra i cittadini: spesso comprensibile e fondato, talvolta forse legato a elementi che potrebbero giustificare le decisioni della società, ma che la SES, finora, non è riuscita a illustrare e chiarire in modo efficace», annotano Stefano Lappe ed Orlando Bianchetti, primi firmatari dell’interrogazione sottoscritta da altri nove consiglieri comunali del PLR.
Sei rappresentanti nel vertice
Quanto emerge da questo dibattito pubblico è che la SES dovrebbe promuovere una politica maggiormente orientata ai consumatori. Ed in questo, ritengono i firmatari della mozione, un ruolo chiave lo possono giocare i 35 Comuni azionisti della SES. Comuni che detengono il 70% delle azioni della Sopracenerina e sono rappresentati nel CdA dell’azienda da sei membri: gli ex sindaci di Locarno e di Losone, unitamente a quelli attualmente in carica di Gambarogno, Biasca, Muralto ed un municipale di Minusio. A loro si affiancano tre membri designati da AET, in virtù del 30% del capitale azionario. «Considerata la netta maggioranza azionaria detenuta dai Comuni, è a questo livello che la questione deve essere affrontata», si sottolinea nell’interrogazione. Sebbene la gestione operativa sia affidata al Consiglio di amministrazione e alla direzione «sono gli azionisti a definire gli orientamenti strategici fondamentali e a esercitare il controllo e la vigilanza sugli organi societari». Insomma, «la posizione di maggioranza conferisce alle autorità comunali non solo l’opportunità, ma anche la responsabilità di incidere in modo determinante sulle scelte aziendali, ben oltre la partecipazione all’assemblea generale cui competono decisioni chiave quali l’approvazione dei conti annuali, la destinazione degli utili e la nomina dei membri del Consiglio di amministrazione», scrivono i rappresentanti del PLR di Locarno.
Partecipazione coordinata
Da qui la domanda al Municipio cittadino per sapere se condivida la necessità di promuovere, a partire proprio dal Comune di Locarno che detiene oltre il 18% delle azioni SES, un processo strutturato di coordinamento tra i Comuni azionisti della SES. E questo non solo per l’elaborazione di una strategia condivisa in materia di governance societaria e orientamenti industriali, ma anche per l’istituzione di un momento di confronto stabile, regolare e operativo tra i Comuni, che consenta una partecipazione più incisiva e coordinata alle dinamiche aziendali. Attualmente, infatti, oltre ad essere rappresentati nel Consiglio di amministrazione, gli enti locali «proprietari» della SES sono riuniti in una commissione consultiva, con incidenza che i firmatari dell’interrogazione definiscono «estremamente limitata».
«Si scelgano profili adeguati»
Altra domanda posta all’Esecutivo riguarda la composizione del CdA della Sopracenerina. In particolare, alla luce di quella attuale, si chiede se non sia opportuno «avviare una riflessione tra i Comuni azionisti volta a definire criteri di nomina più trasparenti e maggiormente orientati alle competenze - in particolare nei settori economico, energetico e di governance - privilegiando profili adeguati alla complessità del ruolo, anche alla luce del crescente fabbisogno di visione strategica e responsabilità gestionale». Oltre a domandare quali siano stati negli ultimi tre anni i principali momenti di contatto tra il Municipio e la Commissione consultiva dei Comuni azionisti SES, i rappresentanti del PLR cittadino intendono sapere quali ulteriori azioni intende intraprendere Palazzo Marcacci per affrontare in modo costruttivo le criticità emerse nel dibattito pubblico e sui media, in particolare per quanto riguarda la trasparenza, la comunicazione e l’allineamento tra interessi aziendali e collettivi.