Sublocazioni brevi: il diritto locativo resta invariato

BERNA - Non ci sarà alcuna semplificazione del diritto locativo per sublocazioni di breve durata. Il Consiglio federale, alla luce dei risultati emersi in consultazione, ha deciso di rinunciare alla riforma avviata in seguito all'arrivo delle piattaforme di prenotazione come Airbnb.
Oggi chi vuole dare in sublocazione per breve durata il proprio appartamento deve avere il consenso esplicito del proprietario. Questi dispone di un periodo compreso tra le due e le quattro settimane per esaminare la richiesta.
Questa prassi era stata pensata per i casi classici in cui il locatario è assente per un periodo prolungato, per esempio per motivi professionali o d'istruzione. La dottrina attuale non è invece per niente adattata alle sublocazioni ripetute per brevi periodi effettuate tramite le nuove piattaforme di alloggio.
Dopo aver ricevuto una richiesta di prenotazione, infatti, si deve presentare al potenziale ospite un'offerta vincolante in genere entro 24 ore. Tempi incompatibili con le prescrizioni oggi in vigore.
Per porre rimedio a questa situazione, il governo aveva proposto di introdurre il "consenso generale alla sublocazione ripetuta per brevi periodi". Questo sarebbe stato concesso dal proprietario dell'appartamento su domanda del locatario.
Durante la procedura di consultazione, la maggioranza dei partiti (UDC, PLR, PVL) e delle organizzazioni interessate si è però pronunciata contro l'introduzione di tale disposizione. Contraria anche l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM).
Secondo gli oppositori, vi è il rischio che nelle regioni urbane vadano perse abitazioni a scopo residenziale perché disponibili solo per sublocazioni per brevi periodi. In diversi ritengono poi che la proposta vada disciplinata a livello di legge e non tramite una semplice revisione d'ordinanza.
La maggior parte dei Cantoni, il Gruppo svizzero per le regioni di montagna (SAB) e l'Unione delle città svizzere (UCS) erano invece sostanzialmente favorevoli, così come PS, PPD e Verdi. Pur con qualche riserva, ritenevano giustificato l'aggiornamento della legislazione alla situazione attuale. Come detto, ciò non è però bastato.