Il retroscena

Sulle colonne dell’Economist un segnale inatteso di Pechino alla Russia di Putin

Un articolo molto critico verso Mosca, firmato da un analista dell'Università Fudan di Shanghai, rilancia l’ipotesi che i cinesi vogliano la fine immediata del conflitto
Sul campo, al momento, l'Ucraina è in difficoltà ma i nuovi aiuti americani potrebbero ribaltare ancora una volta la situazione. ©Roman Chop
Dario Campione
21.04.2024 22:00

«La sconfitta della Russia nella guerra in Ucraina sarà inevitabile». Per la prima volta dall’inizio del conflitto nel cuore dell’Europa, un analista cinese avanza dubbi molto forti sulla capacità di Mosca di vincere lo scontro aperto contro Kiev. E lo fa dalle colonne dell’Economist, uno dei settimanali d’informazione politico-economica più importanti del mondo occidentale.

L’autore dell’articolo, Feng Yujun, non proviene certo dalle terze file dell’accademia. È il direttore del Centro per gli studi russi e dell’Asia centrale dell’Università Fudan di Shanghai e (nello stesso ateneo) vicepreside dell’Istituto di studi Internazionali direttamente collegato al ministero degli Affari esteri della Repubblica Popolare Cinese. È del tutto improbabile che la sua analisi non sia stata prima “condivisa” con i vertici della Città proibita. I quali hanno evidentemente sempre di più la certezza che si debba porre fine al più presto alla guerra in Ucraina.

«Nel tempo - scrive Feng Yujun - la Russia sarà costretta a ritirarsi da tutti i territori ucraini occupati, compresa la Crimea. La sua capacità nucleare non è garanzia di successo. Un’America dotata di armi nucleari non si è ritirata dalla Corea, dal Vietnam e dall’Afghanistan? Sebbene la guerra sia stata estremamente costosa per l’Ucraina, la forza e l’unità della sua resistenza hanno infranto il mito che la Russia sia militarmente invincibile. L’Ucraina potrebbe ancora risorgere dalle ceneri. Quando la guerra finirà, potrà aspettarsi la possibilità di aderire all’Unione Europea e alla NATO».

Il segnale, si diceva. «Sebbene la Cina non abbia aderito alle sanzioni occidentali contro la Russia, non le ha sistematicamente violate scrive - Feng Yujun - Le relazioni della Cina con la Russia non sono fisse e sono state influenzate dagli eventi degli ultimi due anni. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha appena visitato Pechino, dove lui e il suo omologo cinese hanno sottolineato ancora una volta gli stretti legami tra i rispettivi Paesi. Ma il viaggio sembra essere stato più uno sforzo diplomatico da parte della Russia per dimostrare che non è sola, che un vero amore. Osservatori accorti notano che la posizione della Cina nei confronti della Russia è tornata dalla posizione “senza limiti” dell’inizio del 2022, prima della guerra, ai tradizionali principi di “non allineamento, non confronto e non presa di mira di terze parti”».