Camere

Sulle «soffiate» durante la pandemia indagherà da subito anche la politica

Sotto la lente pure l’intero Governo Nominato un «gruppo di lavoro speciale» composto da sei parlamentari: l’inchiesta verrà condotta in parallelo ai vari procedimenti penali in corso
© KEYSTONE / GIAN EHRENZELLER
Luca Faranda
25.01.2023 06:33

L’indagine politica sui «Corona Leaks» ci sarà. E da subito. Ma non sarà diretta solo contro Alain Berset. Le Commissioni della gestione (CDG) delle due Camere hanno deciso di fare luce sulle «soffiate » alla stampa - o meglio, le anticipazioni sistematiche sulle decisioni del Governo durante il periodo della pandemia di coronavirus.

E sebbene il presidente della Confederazione non sia indagato dalla magistratura, la vicenda è di fatto anche politica. Berset e il suo Dipartimento federale dell’interno ( DFI) saranno al centro dell’attenzione, anche se l’indagine annunciata ieri sarà estesa a tutto il Consiglio federale e all’Amministrazione. Quanto sapeva Berset dei legami tra il suo ormai ex capo della comunicazione Peter Lauener e il CEO del gruppo Ringier Marc Walder? Chi è all’origine e chi ha approfittato delle «soffiate»? E ancora: cosa ha fatto il DFI per impedire queste anticipazioni? E il Consiglio federale in corpore? Domande a cui un « gruppo di lavoro speciale », composto da sei membri delle CDG selezionati tra tutti i gruppi parlamentari, sarà chiamato a dare risposta.

Indagine in parallelo

«Non si tratta di trovare e condannare i colpevoli», ha spiegato ieri alla stampa il «senatore » Matthias Michel (PLR/ZG), presidente della Commissione della gestione del Consiglio degli Stati. L’obiettivo è di trovare risposte e soprattutto di garantire il funzionamento delle autorità federali e, se necessario, di formulare raccomandazioni per evitare che quanto accaduto si ripeta in futuro.

L’indagine politica, che inizierà immediatamente, sarà condotta in parallelo ai numerosi procedimenti in corso sulla vicenda. Le Commissioni della gestione hanno deciso di intervenire tempestivamente, senza aspettare i tempi della giustizia - col rischio di attendere svariati mesi - che sta indagando sulla vicenda già da un paio d’anni.

I parlamentari scelti, tuttavia, dovranno fare attenzione a non «pestare i piedi» alla magistratura, rispettando i limiti delle loro competenze senza invadere il campo della giustizia «tenendo conto della separazione dei poteri», ha aggiunto la consigliera nazionale Prisca Birrer-Heimo (PS/LU), a capo della CDG del Nazionale, che non ha voluto e saputo dare tempistiche sulla durata prevista delle indagini.

Documenti sigillati

Ma fino a dove si potranno spingere i sei parlamentari per condurre la loro indagine? Il gruppo di lavoro potrà richiedere documenti e condurre audizioni. E non è escluso (anzi, è probabile) che venga convocato anche lo stesso Berset. Se necessario, i deputati potrebberopure avere la possibilità passando dagli organi competenti, ovvero la Delegazione delle CDG - di entrare in possesso dei verbali delle riunioni del Governo. Per i due presidenti delle commissioni, il gruppo di lavoro deve poter attingere - in linea di principio a tutte le fonti possibili, comprese quelle dell’Amministrazione federale.

Birrer-Heimo e Michel non sono stati tuttavia in grado di chiarire se il gruppo di lavoro avrà accesso ai file e alle e-mail (in particolare quelle tra Lauener e Walder) che gli investigatori hanno tra le mani, ma che attualmente sono sotto sigillo su richiesta dello stesso Lauener.

Procedimenti sovrapposti

Una decisione su questi sigilli pare essere imminente da parte del Tribunale delle misure coercitive del Canton Berna. A livello giudiziario l’intera vicenda è molto complessa: inizialmente avviata (nell’ottobre 2020) per la fuga di notizie del caso Crypto, l’indagine del procuratore straordinario Peter Marti è poi stata estesa alle «soffiate » sulle decisioni del Governo sul coronavirus. Il procedimento vede ora come sospettato l’ex braccio destro di Berset Peter Lauener, che a sua volta ha presentato una denuncia penale nei confronti del procuratore straordinario per abuso d’autorità. È pertanto stato nominato un secondo procuratore straordinario e a breve ce ne sarà pure un terzo: quest’ultimo sarà chiamato a indagare sulla fuga di notizie che ha permesso alla «Schweiz am Wochenende» (del gruppo mediatico «CH Media») di rendere pubblico - una decina di giorni fa - che l’ex capo della comunicazione di Berset aveva ripetutamente passato a Ringier, editore tra l’altro del «Blick», informazioni confidenziali sulle misure per contrastare la COVID previste dal Governo.

L’UDC vuole risultati a breve

L’istituzione del gruppo di lavoro ad hoc è stata accolta favorevolmente da tutti i partiti. L’UDC, tuttavia, minaccia di richiedere l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) prima dell’autunno: «Il mandato del gruppo di lavoro è così ampio che non si possono prevedere risultati sostanziali entro l’estate. Se entro quel momento non ci sarà un chiarimento dei fatti, l’UDC si riserva il diritto di richiedere una CPI», ha scritto su Twitter il consigliere nazionale di Zugo Thomas Aeschi, capogruppo dei democentristi in Parlamento.

In questo articolo: