Svizzera, un quadro di tenuta nonostante le tensioni mondiali

I dati resi noti nei giorni scorsi dalla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) hanno confermato che in Svizzera nel 2022 non c’è stata recessione. Quanto alle previsioni per il 2023 e il 2024, vedremo nei prossimi giorni gli aggiornamenti che la stessa SECO fornirà. Nell’attesa, vale la pena di ricordare che quest’ultima nel dicembre scorso aveva indicato un proseguimento del rallentamento economico per quest’anno, legato al complicato contesto internazionale, e una parziale risalita l’anno prossimo. In entrambi i casi quindi ancora crescita economica, seppur rallentata, senza recessione annua. La Svizzera ha dunque sin qui mostrato nuovamente la sua capacità di fondo di tenuta economica.
I dati
Vediamo situazione e prospettive, prendendo i dati SECO nella versione corretta dagli eventi sportivi (la Svizzera è sede di organizzazioni internazionali che curano manifestazioni sportive di rilievo, anche dal punto di vista economico). Il fatto che nel quarto trimestre del 2022 ci sia stata una crescita economica zero rispetto ai tre mesi precedenti va registrato, ma va anche valutato con equilibrio. Anzitutto lo zero è come detto su base trimestrale, mentre c’è uno 0,7% in rapporto a un anno prima. Poi, la crescita per l’intero 2022 è del 2,1%, percentuale ragionevole considerando il contesto mondiale e leggermente sopra le previsioni del dicembre scorso (2%). Nel complesso non c’è stata né una recessione tecnica (data da due trimestri consecutivi con il segno negativo), né appunto una recessione annua.
La crescita sopra la media del 2021 (3,9%) non era replicabile, in quanto frutto del forte rimbalzo economico internazionale legato all’uscita dalla pandemia dopo la caduta economica a questa collegata. Ma una buona tenuta elvetica c’è stata anche nel 2022, anno segnato in ampia misura dalla guerra in Ucraina causata dall’invasione russa e dal perdurare di marcate tensioni geopolitiche tra Occidente e Cina. Le previsioni di dicembre della SECO indicano una crescita svizzera dell’1% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024. Vedremo presto se la Segreteria di Stato dell’economia confermerà o meno il probabile segno positivo, seppur non grande, per quest’anno e per il prossimo. Nei giorni scorsi gli economisti di Credit Suisse hanno indicato 1% per il 2023 e quelli di UBS 0,8% per il 2023 e 1,3% per il 2024.
L’inflazione
È utile vedere il quadro svizzero anche in due importanti capitoli specifici, l’inflazione e la disoccupazione. Sul versante dell’inflazione, o rincaro, la Svizzera ha chiuso il 2022 con una percentuale annua del 2,8%; si tratta di un dato chiaramente al di sopra della media elvetica (nel 2021 c’era stato uno 0,6%), ma che resta decisamente al di sotto delle percentuali delle maggiori aree economiche. Pur subendo per la sua parte l’onda internazionale di rincari, la Confederazione si sta confermando Paese a inflazione contenuta, nonostante i rimbalzi mensili talvolta registrati (come il 3,3% di gennaio). Tra gli elementi che consentono alla Svizzera di frenare l’inflazione c’è la forza del franco, una valuta robusta rende infatti meno care le importazioni. Le previsioni di dicembre della Segreteria di Stato dell’economia indicano un rincaro annuo elvetico del 2,2% nel 2023 e dell’1,5% nel 2024. Gli economisti di UBS nei giorni scorsi hanno fornito queste previsioni in tema di rincaro: 2,1% quest’anno e 1,3% l’anno prossimo.
Quanto al mercato del lavoro, secondo la SECO la disoccupazione nazionale annua è scesa dal 3% del 2021 al 2,2% del 2022. In dicembre la Segreteria di Stato dell’economia ha fornito queste previsioni sulla disoccupazione: 2,3% quest’anno e 2,4% l’anno prossimo. Nei giorni passati UBS ha indicato ancora 2,2% per il 2023 e 2,5% per il 2024. Vale la pena di ricordare che anche l’Ufficio internazionale del lavoro (ILO, che utilizza criteri diversi da quelli della SECO) ha reso nota nella sua recente rilevazione trimestrale una diminuzione della disoccupazione in Svizzera: nel quarto trimestre del 2022 il tasso di senzalavoro per l’ILO era al 4,1%, contro il 4,3% del trimestre precedente e il 4,4% dello stesso trimestre del 2021.
Il lavoro
La riduzione della disoccupazione è una tendenza che ha toccato nel 2022 molte tra le economie principali, ma la Svizzera continua dal canto suo ad avere un tasso di disoccupazione che è tra i più bassi nel raffronto internazionale. I lievi aumenti dei senzalavoro previsti al momento per quest’anno e per il prossimo non fanno certo piacere ma, se questa sarà la dimensione degli incrementi, non cambierà nella sostanza il quadro di un mercato del lavoro elvetico che sta rimanendo, seguendo i dati complessivi, tra i più robusti.
Scambi globali, un vantaggio
«Il punto sulla globalizzazione e sulle vie di Svizzera e Italia», è questo il titolo dell’incontro organizzato nei giorni scorsi a Zurigo dall’Associazione svizzera per i rapporti economici e culturali con l’Italia (ASRI), in collaborazione con Amici del Liceo artistico (ALA). Un’occasione per dibattere sullo stato dell’arte per quel che riguarda gli scambi economici globali e sulla situazione e sulle prospettive di Svizzera e Italia all’interno di questi.