36enne accusato di far prostituire giovani

Un 36enne rumeno è comparso oggi davanti al Tribunale cantonale vallesano di Sion. L'uomo è accusato di promovimento della prostituzione, riciclaggio di denaro e tentata coazione. Il Ministero pubblico ha chiesto 46 mesi di carcere.
Tra il marzo 2023 e l'aprile 2024, l'imputato avrebbe convinto diverse giovani donne rumene, con le quali aveva rapporti intimi, a lasciare il loro Paese per venire in Svizzera e prostituirsi. Per convincerle, avrebbe fatto loro credere di poter guadagnare molti soldi, il che avrebbe permesso loro di sostenere economicamente il resto delle loro famiglie rimaste in patria.
Per diversi mesi, approfittando di un rapporto di dipendenza emotiva molto forte, l'uomo avrebbe spinto e/o incoraggiato le giovani donne a prostituirsi. Quando non era presente in Svizzera, l'imputato ha potuto contare su una magnaccia - la sua fidanzata al momento dei fatti -, che pure si prostituiva. Quest'ultima si occupava delle pubblicazioni sui siti Internet, dei trasporti e della supervisione delle prenotazioni alberghiere.
Per tenerle sotto la sua dipendenza, l'imputato non esitava a minacciarle di aggredire le loro famiglie in Romania. In diverse occasioni, le avrebbe prese a pugni e a schiaffi o le avrebbe terrorizzate con un coltello.
Inoltre, l'imputato aveva il pieno controllo del denaro guadagnato dalle «sue ragazze». Secondo l'accusa, una delle prostitute avrebbe guadagnato quasi 13'800 franchi e un'altra circa 16'300 franchi. Questi importi venivano versati sul conto della zia o della madre del 36enne. Le loro «prestazioni» sarebbero avvenute in tre cantoni: Friburgo, Vaud e soprattutto in Vallese.
Il 4 aprile 2024, una delle prostitute è riuscita a contattare la polizia cantonale vallesana per porre fine alla sua situazione infernale. L'accusato, direttamente o tramite la sua magnaccia, ha inviato numerosi messaggi di minaccia per convincerla a tornare sui suoi passi, avvertendola che se non avesse obbedito se la sarebbe presa con la sua famiglia o le altre prostitute. L'uomo è stato infine arrestato il 6 aprile 2024. Da oltre 15 mesi si trova in detenzione preventiva nel carcere di Sion.
In prima istanza, il Tribunale distrettuale di Martigny (VS) ha pronunciato una condanna di 46 mesi di reclusione e un'espulsione di 10 anni dal territorio svizzero. Secondo l'imputato, la sentenza di primo grado era sproporzionata. Da qui il secondo processo. «Preferirei rimanere in Svizzera e trovare lavoro qui», ha ammesso oggi. Qualora dovesse tornare in Romania, spera di ritrovare il suo vecchio lavoro presso il padre, in modo da poter aiutare sua madre molto malata.
Alla sbarra, l'accusato ha detto di essere «profondamente pentito di quanto accaduto. Riconosco i fatti, è colpa mia».
Per la procuratrice Emmanuelle Raboud, l'imputato «ha implicitamente riconosciuto (oggi, ndr) i fatti, mentre fino ad ora non lo aveva fatto». Per il Ministero pubblico, «l'imputato ha considerato queste donne come oggetti da sfruttare. Ha mostrato una mancanza di considerazione e di scrupoli nei confronti delle sue vittime, approfittando di un rapporto di dipendenza».
L'avvocato dell'imputato, Michel de Palma, ha confermato che il suo cliente «ha incitato due giovani a prostituirsi. Tuttavia, hanno deciso di continuare (il loro mestiere ndr) dopo i fatti». Il legale ha ricordato che la principale ricorrente ha ritirato la sua denuncia.
L'avvocato de Palma ha chiesto quindi una pena pecuniaria con la condizionale per i reati di riciclaggio di denaro e di tentata coazione, per i quali il suo cliente è stato condannato a sei dei 46 mesi di carcere previsti in primo grado. Ha inoltre difeso l'idea di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di espulsione dalla Svizzera del cittadino rumeno 36enne.
Infine, la difesa ha chiesto una pena complessiva di al massimo 18 mesi, di cui la metà con la condizionale, sostenendo che reati della stessa natura - in questo caso il promovimento alla prostituzione - non possono essere cumulati, anche se si tratta di più casi.
La sentenza sarà resa nota ulteriormente.