Affitti, il tasso ipotecario di riferimento resta all’1,5 %

Il tasso ipotecario di riferimento nei contratti di locazione rimane all’1,5%. Ne dà notizia, tramite una nota, l'Ufficio federale delle abitazioni (UFAB). Il tasso ipotecario di riferimento viene pubblicato in quarti di percentuale ed è basato sul tasso d’interesse medio, ponderato in base al volume dei crediti ipotecari svizzeri. Rispetto al trimestre precedente, il tasso d’interesse medio, calcolato al 31 marzo scorso, dal 1,53% è sceso all'1,44%. Con l’arrotondamento commerciale, il tasso ipotecario di riferimento, determinante per stabilire gli affitti, continua quindi a essere dell’1,5 % e si applica a partire da domani, 3 giugno 2025. Si manterrà a questo livello finché il tasso medio non scenderà sotto l’1,38% o non supererà l’1,62%.
Dal 4 marzo scorso, prosegue l'UFAB, il tasso ipotecario di riferimento è dell’1,5% ed è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente: perciò, dall’ultima pubblicazione non sussiste il diritto ad aumenti o a diminuzioni della pigione. Se l’affitto si basa ancora su un tasso dell’1,75% o superiore, in linea di principio il diritto a una diminuzione della pigione permane. Se l’affitto si basa su un tasso dell’1,25%, il diritto di locazione stabilisce che i proprietari in linea di principio hanno il diritto di aumentare l’affitto in misura del 3%.
Nella maggior parte dei casi, il contratto di locazione o l’ultimo avviso di adeguamento dell’affitto forniscono informazioni sull’entità del tasso d’interesse di riferimento su cui si basa l’affitto attuale. Sono esclusi da queste regole i contratti locazione con pigioni indicizzate o pigioni scalari, così come le pigioni dei locali commerciali subordinate all’evoluzione della cifra d’affari. In molti casi vige un regime speciale per le cosiddette «abitazioni sostenute».
Oltre alla variazione del tasso d’interesse di riferimento, chiosa l'UFAB, possono avere un ruolo nel calcolo dell’affitto altri fattori di costo, come la variazione dell’indice nazionale dei prezzi al consumo (rincaro). È lecito aumentare l’affitto in misura del 40% del rincaro. Inoltre, una variazione dei costi di manutenzione e di esercizio può comportare un adeguamento del canone di locazione. Questa variazione può essere presa in considerazione nel calcolo.