Al milite parte la mano: «Siamo lo specchio della società»

Fa discutere il saluto nazista fatto da una recluta svizzera durante una cerimonia dell'esercito, e circolato in un video nei giorni scorsi su Instagram. Il filmato, pubblicato inizialmente dalla pagina «goliardica» Armysieche, mostra un gruppo di militi in quella che sembra essere una promozione di gruppo, con tanto di bandiera svizzera esposta in primo piano e la canzone Erika, molto popolare nella Germania nazista, come sottofondo.
Non è chiaro se si tratti di una trovata goliardica, ma la notizia riportata da 20 Minuten ha suscitato da subito reazioni di condanna, sul web e anche dal portavoce dell'esercito Mathias Volken («approfondiamo l'accaduto con la massima serietà»). Oggi giunge una presa di posizione della Società Ticinese degli Ufficiali, secondo cui il fatto «merita una riflessione approfondita» a prescindere dal fatto che la cerimonia fosse «reale o inscenata».
«L’esercito non è un’entità isolata dalla realtà sociale, ma ne rappresenta uno specchio fedele» si legge nella nota. «I militari non vivono in un sistema chiuso. Essi provengono dalla società civile e portano con sé i valori, le convinzioni e purtroppo anche i pregiudizi che caratterizzano il loro tessuto sociale».
Il comunicato prosegue sottolineando come «durante il reclutamento l’esercito svizzero effettua controlli rigorosi» in cui «vengono valutati sia lo stato psicologico sia eventuali precedenti dei futuri militari. Strumenti standardizzati, per forza di cose, che hanno dei limiti »intrinseci che è importante riconoscere«.
L’esercito - precisa ancora la Società degli Ufficiali - è attivamente impegnato a contenere e prevenire «ogni gesto di estremismo». «I quadri sono istruiti per gestire eventuali casi che dovessero presentarsi loro e affinché tali ideologie non abbiano ad attecchire fra gli altri militari». I comportamenti illeciti vengono perseguiti e il Servizio specializzato per l'estremismo in seno all'esercito (SSEEs) fornisce informazioni e supporto su questioni relative alla prevenzione, al quadro giuridico e alle possibili misure in ambito militare.
Il comitato della Società Ticinese degli Ufficiali ritiene che quello degli estremisti ideologici, di qualsiasi natura siano, sia «un problema globale che trova la sua origine nella cultura, nell’educazione e nelle derive di una società disorientata e polarizzata». Si appella quindi a «tutti gli elementi che compongono la società, istituzioni o privati che siano» per rafforzare l'educazione civica e migliorare la formazione continua sui valori democratici.