Il punto

Albert Rösti: «A rischio centinaia di posti di lavoro»

Il consigliere federale, che all'epoca aveva sostenuto l'iniziativa «200 franchi bastano», si è ritrovato a difendere il servizio pubblico: «La proposta del Consiglio federale si tradurrà in una riduzione del budget della SRG SSR pari a 170 milioni di franchi»
© KEYSTONE / ANTHONY ANEX
Red. Online
08.11.2023 16:30

Il dado è tratto: entro il 2029, il canone radiotelevisivo dovrebbe scendere dagli attuali 335 a 300 franchi all'anno. Non solo, le imprese con un fatturato annuo soggetto all'IVA fino a 1,2 milioni di franchi dovrebbero essere esentate dal canone. Il limite attuale, per inciso, è fino a 500 mila franchi. È quanto ha proposto, oggi, il Consiglio federale in risposta all'iniziativa popolare «200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)». Iniziativa che l'Esecutivo raccomanda di respingere.

In conferenza stampa, il consigliere federale Albert Rösti – a capo del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) – ha inquadrato la proposta. Annunciando, innanzitutto, che questa misura comporterebbe «una riduzione di circa 170 milioni di franchi» del budget della SRG SSR. L'annunciata austerità, inevitabilmente, si tradurrà nella «perdita di posti di lavoro» ha aggiunto Rösti. Secondo cui, indicativamente, i tagli potrebbero essere dell'ordine di diverse centinaia. Tagli che, ha proseguito il responsabile del DATEC, la SSR sarà in grado di assorbire «attraverso le fluttuazioni naturali come pensionamenti o cambi di lavoro».

«L'obiettivo di questa proposta del Consiglio federale è quello di perfezionare l'offerta di programmi della SRG SSR» ha aggiunto Rösti. «Date le difficoltà del panorama dei media privati, è importante avere un ponte tra i media privati e il servizio pubblico. La SRG SSR deve intensificare questo approccio. La SRG SSR deve quindi rimanere ancorata a livello regionale, ma rappresentare una minore concorrenza per le aziende private, ad esempio nello sport e nell'intrattenimento».

Non solo, la soluzione del Consiglio federale dovrebbe contrastare l'iniziativa «200 franchi bastano». Ancora Rösti: «Penso che il pubblico e i telespettatori vedranno che stiamo davvero facendo un passo a favore dei consumatori e allo stesso tempo un altro passo in direzione dei media privati». Il consigliere federale ha pure promesso che le quattro lingue e culture nazionali continueranno a essere ben rappresentate nella programmazione del servizio pubblico. L'obiettivo di dribblare questa iniziativa, d'altronde, va proprio verso la salvaguardia della SRG SSR quale riferimento per tutte le regioni del Paese.

È stato fatto notare, sia prima sia durante la conferenza stampa, il duplice ruolo di Rösti. All'epoca, in qualità di consigliere nazionale in quota UDC, l'attuale capo del DATEC aveva sostenuto l'iniziativa. Faceva anche parte del comitato. In qualità di «ministro» dei media, per contro, lo stesso Rösti ora si è trovato nel ruolo (scomodo?) di difendere il servizio pubblico. «L'iniziativa avrebbe visto la luce anche senza di me» ha tagliato corto il consigliere federale in merito a «200 franchi bastano», promossa e sostenuta dal suo partito, l'UDC, dall'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) e dai giovani liberali-radicali. «Come consigliere federale – ha chiosato – adesso sono chiaramente dalla parte del servizio pubblico». Chiamatela pure arte del compromesso.

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