Il fenomeno

Alimentazione vegetale: la concorrenza estera frena la coltivazione

Benché l'alimentazione a base di piante sia in voga, le superfici coltivabili in Svizzera, nonché le rese, si contraggono
©Gabriele Putzu
Ats
10.07.2025 12:06

Benché l'alimentazione a base di piante sia in voga, le superfici coltivabili in Svizzera, nonché le rese, si contraggono. Fra le cause figura l'accesa concorrenza dall'estero che rende poco redditizie la coltivazioni di cereali come la quinoa alle nostre latitudini, ma anche condizioni quadro non ottimali.

In generale si assiste in Svizzera a una diminuzione delle superfici coltivate e delle rese, stando una nota odierna dell'Unione svizzera dei contadini (USC), Bio Suisse e dell'associazione IP-Suisse diffusa in occasione di un incontro coi media a Pieterlen (BE).

Diverse coltivazioni, come lenticchie, ceci e quinoa, non hanno vita facile. L'avena per il latte vegetale, i cereali per la colazione, il grano duro per la pasta, i cereali panificabili e le patate stanno incontrando crescenti difficoltà. Il motivo è la forte concorrenza dall'estero sui prezzi.

Ciò ha costretto IP Suisse ad interrompere il programma Quinoa, come indicato dal suo direttore, Christophe Eggenschwiler. Sebbene questo pseudo cereale sia ancora presente sugli scaffali dei negozi in Svizzera, il prodotto viene oramai importato dall'estero. La produzione di questa pianta originaria delle Ande è destinata soprattutto alla vendita diretta, un mercato di nicchia insomma.

Nel settore bio, a soffrire particolarmente dell'attuale pressione sui prezzi è la coltivazione di avena. A ciò si aggiungono le difficoltà della coltivazione senza pesticidi.

Il direttore dell'USC, Marin Rufer, attribuisce i problemi attuali alla mancanza di redditività economica. Per molte colture innovative manca la protezione alle frontiere. A ciò si aggiungono i rischi connessi con i cambiamenti climatici e l'assenza di prodotti fitosanitari specifici. I prezzi, a suo avviso, dovrebbero non solo coprire i costi di produzione, ma anche consentire di assorbire le annate negative.

Queste difficoltà strutturali rendono difficile per contadini e aziende di trasformazione, come i mulini, immettere sul mercato un maggior numero di alimenti a base vegetale. Ciò potrebbe cambiare solo modificando le condizioni quadro e coinvolgendo tutta la catena di valore fino al consumatore.