«Altro che senso di colpa: viaggiare fa bene (anche all’economia)»

Anche in tempi di sovraffollamento turistico non è il caso di vergognarsi di viaggiare: ne è convinto Martin Wittwer, presidente della Federazione svizzera di viaggi (FSV), l'associazione che riunisce le agenzie del settore.
«Il turismo di massa non cambia il viaggiare», afferma il 64enne in un'intervista pubblicata oggi dal Blick. «I consumatori sono maturi e hanno abbastanza alternative. Malgrado ciò continuano a recarsi spesso a Maiorca, ad esempio. I problemi in una piccola zona di Palma e dintorni non scoraggiano le persone dal viaggiare in tutta l'isola».
La popolazione locale nei centri turistici - osserva il giornalista del quotidiano - vede però la cosa in ben altro modo. «Gli abitanti hanno davvero un problema», riconosce l'esperto. «A mio avviso, spetta ai politici locali trovare soluzioni per frenare il turismo incontrollato. L'industria dei viaggi sta cercando da tempo di offrire nuove destinazioni e di integrare la sostenibilità nelle sue offerte. Gli svizzeri, in particolare, non guardano solo al prezzo, ma anche alle offerte sostenibili. Ma non bisogna vergognarsi di viaggiare. È un fattore economico importante. Anche a Zurigo c'è una carenza di alloggi e affitti elevati, ma non vedo nessuno che grida: 'Banchieri, andate a casa!'».
Il settore è caratterizzato anche da una certa tradizionalismo. «Il business estivo sta cambiando meno di quanto molti pensino. I comportamenti di viaggio degli svizzeri non sono mutati in modo significativo negli ultimi anni, a parte durante il periodo della pandemia. Le destinazioni principali restano Spagna, Grecia, Turchia e Italia».
Quindi nessuna fuga verso nord per sfuggire al caldo? «È vero che in Scandinavia si viaggia di più rispetto al passato, ma non a scapito delle destinazioni mediterranee. In termini percentuali, le destinazioni nordiche rappresentano ancora una quota limitata della domanda di vacanze, circa l'8-9%. Abbiamo notato che il numero totale di vacanze continua ad aumentare. Ciò è dovuto in parte alla crescita della popolazione». E il rapporto fra ferie in patria (35%) e all'estero (65%) è tornato al livello precedente al coronavirus.
«In generale, negli ultimi anni viaggiare non è diventato più costoso», sostiene lo specialista, smentendo quindi analisi che arrivano ad altre conclusioni. «Se si confronta l'andamento dei salari di base in Svizzera con quello dei prezzi i viaggi sono diventati più economici: ancora di più con l'attuale forza del franco. Per questo motivo continuiamo a spendere molto per viaggiare. Secondo la Federazione svizzera del turismo l'anno scorso abbiamo pagato 18,9 miliardi di franchi per viaggiare all'estero, mentre i turisti stranieri hanno portato 19,6 miliardi di franchi: ciò significa che la bilancia del turismo è ancora positiva», conclude il professionista del settore.