Aumentano i lavoratori domenicali: «Questo bene comune non va sacrificato»

Il numero di persone che lavorano di domenica è in aumento, un fenomeno quest'ultimo che colpisce soprattutto le persone particolarmente vulnerabili.
È quanto sostiene «L'alleanza per la domenica» («SonntasgAllianz»), formata da sindacati, medici, chiese e organizzazioni femminili, che invita a non sacrificare questo «bene comune» agli interessi economici a breve termine.
Secondo un nuovo studio presentato oggi, il lavoro domenicale nuoce al benessere fisico, psichico e sociale, in particolare quando le possibilità di organizzare l'orario di lavoro sono limitate. Ciò non riguarda solo i lavoratori, ma anche le loro famiglie, denuncia l'alleanza.
Questa coalizione si oppone ai progetti attualmente all'esame volti ad allentare il diritto del lavoro. Secondo l'alleanza, il lavoro domenicale deve rimanere limitato alle professioni «indispensabili» per la società. Attualmente, le donne, i migranti e le persone con mansioni precarie sono sovrarappresentati tra coloro che lavorano la domenica.
La settimana scorsa, la Commissione dell'economia e dei tributi del consiglio degli Stati ha inviato in consultazione fino al 17 di novembre un progetto di legge - frutto di un'iniziativa del canton Zurigo - che vorrebbe consentire l'apertura domenicale dei negozi senza autorizzazione per 12 domeniche all'anno, invece delle quattro di adesso.
La commissione è convinta che un simile cambiamento alla Legge federale sul lavoro risponda alle esigenze di maggiore flessibilità per quanto riguarda gli orari di apertura al fine di rispondere alle esigenze dei consumatori e degli stessi negozi, in particolare accrescendo la competitività di quest'ultimi nei confronti del commercio online e dei commercianti della fascia di confine estera.
I Cantoni, stando al progetto, rimarrebbero in ogni caso liberi di decidere se e in quale misura intendono fare uso di questa possibilità. Rimangono peraltro invariate anche le altre disposizioni a tutela dei lavoratori.
Una minoranza della commissione non ne vuole invece sapere: a suo avviso, la domenica deve rimanere per quanto possibile il giorno riservato al riposo e alla cura dei rapporti sociali. Si teme che, in forza della nuova disposizione, numerosi lavoratori possano essere messi sotto pressione e indotti a lavorare di domenica.
Tale minoranza chiede inoltre che l'estensione del lavoro domenicale sia subordinata alla presenza nel settore interessato, a livello federale o cantonale, di un contratto collettivo di lavoro avente carattere obbligatorio generale.