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Automobili elettriche più care, ecco che cosa c'è da sapere

Il Consiglio federale ha deciso di sopprimere, dal 2024, l'esenzione dall'imposta per i veicoli «green» – Proviamo a fare chiarezza
© CdT/Gabriele Putzu
Luca Faranda
08.11.2023 18:45

Dal primo gennaio 2024, anche le auto elettriche, come quelle a benzina o a diesel, saranno assoggettate all’imposta sugli autoveicoli. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale, che ha approvato la modifica della relativa ordinanza. Cosa cambierà? Quali ripercussioni ci saranno sul mercato e sui clienti? Facciamo chiarezza.

Perché le auto elettriche, finora, erano esonerate?

L’imposta sugli autoveicoli è stata introdotta oltre 25 anni fa, nel 1997. In quel periodo, il Consiglio federale aveva deciso di esentare i veicoli elettrici per creare incentivi economici per lo sviluppo della mobilità elettrica. Secondo il Governo, al giorno d’oggi, «l’esenzione dall’imposta quale strumento di promozione non è più necessaria, per via sia dell’aumento della quota degli autoveicoli elettrici rispetto alle importazioni complessive sia dell’allineamento dei prezzi.

A quanto ammonta l’imposta?

Sulla base della legge federale sull’imposizione degli autoveicoli, la Confederazione riscuote un’imposta del 4% sugli autoveicoli destinati al trasporto di persone o di merci. L’imposta, è importante sottolineare, viene riscossa sul prezzo all’importazione e non sul prezzo di vendita finale degli autoveicoli. Questo balzello - che non va confuso con l’imposta cantonale sui veicoli che si paga annualmente - viene riscossa un’unica volta all’importazione o in caso di fabbricazione di un autoveicolo in Svizzera.

Il prezzo delle auto elettriche aumenterà dal 2024?

È molto probabile. Stando al Dipartimento federale delle finanze, «occorre partire dal presupposto che l’imposta verrà addossata ai clienti (analogamente a quanto avviene per gli autoveicoli con motori a combustione)». Tuttavia, non c’è alcun obbligo di trasferire l'imposta sulla fattura del cliente. Auto-Svizzera, l’associazione degli importatori, rimane cauta: «In linea di principio, i nostri membri devono tenere conto di questi costi quando stabiliscono i prezzi. A seconda del modello, ogni marchio decide l’importo da trasferire». Per il Governo, che si basa su «informazioni del settore», grazie alla continua riduzione dei costi di produzione delle auto elettriche, dal 2025 sarà raggiunta la parità di prezzo tra gli autoveicoli con sistema di propulsione fossile e quelli elettrici. In questo modo, «anche in futuro sarà possibile realizzare un margine di profitto senza supplementi di prezzo per i consumatori e senza sussidi statali».

Qual è la situazione attuale nel mercato delle auto elettriche?

Dal 2018 al 2022 il numero di autoveicoli elettrici importati annualmente è aumentato di quasi sei volte, passando da circa 8 mila a oltre 45 mila. Nel primo semestre del 2023 sono stati importati circa 30.400 autoveicoli elettrici (+66% rispetto ai primi sei mesi del 2022). La quota di autoveicoli elettrici rispetto alle importazioni complessive ha raggiunto nel primo semestre del 2023 circa il 23% (nello stesso periodo dell’anno precedente era circa del 16%).

Dove finiranno i futuri introiti di questa imposta?

Il cambiamento che entrerà in vigore nel 2024 fa parte delle misure per eliminare il deficit strutturale del bilancio della Confederazione. Gli introiti andranno a confluire nel Fondo per le strade nazionali e il traffico d’agglomerato (FOSTRA). In seguito al netto aumento di veicoli elettrici presenti sulle strade svizzere, la Confederazione ha registrato un consistente calo delle entrate provenienti dall’imposta sugli autoveicoli. Le perdite fiscali nel 2022 sono state di circa 78 milioni di franchi, mentre per il 2023 si prevedono perdite di circa 100–150 milioni di franchi. Mantenendo l’esenzione dall’imposta, le perdite fiscali stimate per il periodo dal 2024 al 2030 sarebbero di circa 2–3 miliardi di franchi.

Come ha reagito l’associazione degli importatori?

Auto-Svizzera parla apertamente di «giornata nera». Per il presidente dell’organizzazione, Peter Grünenfelder, «questo peggioramento delle condizioni quadro per la mobilità elettrica è in totale contraddizione con gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 dei nuovi veicoli, che sono incoraggiati dalla stessa politica». A suo avviso, si tratta di una «decisione ostile ai consumatori», poiché si invia un segnale sbagliato in un momento in cui il settore automobilistico sta cercando di convincere sempre più clienti a passare a veicoli a emissioni zero.

Quali altri incentivi ci sono in Svizzera?

Dal 2024 non esisterà più un programma di finanziamento per tutta la Svizzera. Tuttavia, ci sono ancora diversi cantoni che concedono sconti o esenzioni fiscali per le auto elettriche sull’imposta annuale. Inoltre, esistono numerosi programmi di sovvenzione per i veicoli e/o le infrastrutture di ricarica, di cui sono responsabili cantoni o comuni. A livello federale, il progetto di revisione della Legge sul CO2 - attualmente in discussione in Parlamento - prevede che Berna sovvenzioni l’installazione di infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici negli edifici di più abitazioni, nelle aziende con più posti di lavoro e nei parcheggi pubblici con un massimo di 30 milioni di franchi all’anno.

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