Baume-Schneider: «Ancora incerto l'impatto dei dazi USA sulla cultura»

Quest'oggi si è tenuto al Monte Verità, a margine del Locarno Film Festival, un ricevimento in onore della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider. La ministra della cultura ha discusso con la presidente del festival Maja Hoffmann. Fra i temi evocati, anche l'impatto dei dazi Usa sulla cultura.
Presenti al ricevimento, diversi politici, consiglierai nazionali e di Stato, nonché vari invitati e rappresentanti del settore cinematografico e non. «L'esprit du Locarno del Patto di Locarno diventi l'esprit du festival», con questo auspicio il sindaco di Ascona Giorgio Gilardi ha aperto il ricevimento odierno, che è ormai diventato un appuntamento fisso del festival.
La consigliera di Stato ticinese Marina Carobbio Guscetti nel suo discorso ha menzionato l'importanza di proseguire sulla strada della parità di genere, che purché ancora lontana viene consolidata ogni anno. Anche grazie ad eventi come il Locarno Film Festival.
«Il Locarno Film Festival dimostra che scegliere cosa mostrare sullo schermo è un atto curatoriale», ha detto. «Il cinema può essere un atto di disarmo simbolico», ha aggiunto.
Baume-Schneider, presente all'apertura ufficiale del festival di mercoledì sera ha dovuto recarsi a Berna ieri per la riunione straordinaria del Consiglio federale riguardo ai dazi Usa del 39% imposti alla Svizzera dal presidente americano Donald Trump, ed è poi ritornata la stessa sera a Locarno, ha spiegato Christine Salvadé, capa dell'Unità cultura della RTS nonché moderatrice della discussione. A questo proposito la ministra giurassiana ha dichiarato di avere «la testa e il cuore al festival, ma anche la testa e il cuore agli affari».
Ma quale impatto hanno i dazi sulla cultura e, in particolare, sul mondo del cinema? «Penso sia troppo presto per fare un'analisi di ciò che potrebbe succedere», ha risposto Baume-Schneider. La situazione è preoccupante, ha affermato dal canto suo Maja Hoffmann. «Per me non sono la cultura e la politica ad essere separate» ma i rispettivi discorsi delle persone in esse implicate, ha detto.
«I cineasti si impegnano sempre» facendo i loro film, dice. «La leggerezza bisogna trovarla a casa», sostiene Hoffmann, «e nel cinema» aggiunge Baume-Schneider.
Quest'anno il cinema svizzero è meno presente al festival, ha sottolineato Salvadé, con 28 film rispetto ai 41 del 2024. «Non direi che si tratta di un anno di transizione», ha affermato la consigliera federale.
«Siamo eccellenti nelle coproduzioni nonché nei film d'animazione», ha aggiunto. «Il cinema svizzero è per me davvero portatore di uno sguardo libero, critico», ha detto la ministra della cultura, citando fra i suoi film elvetici preferiti «Tipico di Emil» («Typisch Emil») del regista lucernese Phil Meyer, una retrospettiva sulla lunga vita del cabarettista svizzero Emil Steinberger, che ha visto alle Giornate di Soletta.
Si è poi discusso dei tagli a livello federale. «La brutalità dei risparmi non sono le cifre ma l'immediatezza, nel caso dell'Ufficio federale della cultura alcuni tagli sono stati messi in atto da quest'anno», ha spiegato. La ministra socialista ha inoltre aggiunto che ad essere colpita dai tagli non è solo la cultura ma anche altri settori dell'Amministrazione federale.
«Se ci compariamo con altri Paesi non siamo messi così male, i tagli ci sono ma vengono comunicati in anticipo», dice dal canto suo Hoffmann. «Se lo Stato non avrà più soldi bisognerà guardare a finanziamenti privati a livello internazionale», ha precisato la presidente del festival.
Salvadé ha poi evocato il cambiamento di date del festival e la volontà di anticipare la manifestazione a fine luglio. A tale proposito la presidente ha replicato che nulla è ancora stato deciso. «C'è un desiderio di aumentare l'attrattiva del festival a livello internazionale», dice Hoffmann, «a mio avviso è una necessità per continuare ad essere un festival di categoria A».
Ma, «finché ci sono così tante persone contrarie non vale la pena continuare ad insistere», ha aggiunto. «Non è l'esecutivo che decide sulle date del festival» ha replicato dal canto suo la consigliera federale.