Berna gela la Vallemaggia: «Non sono necessari ulteriori aiuti»

Il Ponte di Visletto, diventato suo malgrado il simbolo del disastro avvenuto la scorsa estate in Vallemaggia, dovrà essere ricostruito senza l’aiuto della Confederazione. E non sarà l’unico. Il contributo finanziario di Berna si limiterà infatti a quanto previsto dalle leggi in vigore.
Lo scorso 13 settembre, il Consiglio federale ha chiesto al Parlamento un credito totale pari a 56,5 milioni di franchi per i danni avvenuti in Ticino, Grigioni, Vallese e Berna. Il Governo, in risposta a un’interpellanza del consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, ha ribadito di non voler fare di più.
Ripristino e sostituzione
Nel dettaglio, i 56,5 milioni promessi dalla Confederazione ai quattro Cantoni colpiti dal maltempo sono destinati «al ripristino e alla sostituzione delle infrastrutture di protezione». L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha stimato in 119 milioni l’importo che i Cantoni dovranno spendere per tornare ad un livello di sicurezza paragonabile a quello anteriore ai nubifragi dei mesi scorsi.
In linea di principio, Berna partecipa ai costi nella misura del 35%, mentre in Vallese il suo contributo raggiunge il 55%. Tale intervento si basa sulla legge federale riguardante la sistemazione dei corsi d’acqua e sulla legge forestale.
Assumersi le responsabilità
Le stime dell’UFAM per i danni totali in Ticino si aggirano attorno ai 21 milioni di franchi. Berna ne coprirà dunque solo una minima parte. Nella realtà, però, il conto delle alluvioni dello scorso giugno potrebbe superare di gran lunga i 100 milioni.
Ma chi paga tutto il resto? Ecco la risposta del Governo: «In Svizzera, la protezione dai pericoli naturali implica che gli enti pubblici garantiscano una sicurezza adeguata, ma anche che i privati e le imprese si assumano la responsabilità di adottare misure di protezione e di assicurarsi contro danni a edifici e beni mobili».
«La maggior parte dei Cantoni prevede l’obbligo di assicurazione degli edifici ed esistono soluzioni assicurative anche per danni economici successivi di privati. Pertanto, il Consiglio federale ritiene che non siano necessari ulteriori aiuti finanziari», mette in chiaro l’Esecutivo.
Il conto, dunque, dovrà essere pagato in parte dal Canton Ticino, ma anche dai vari enti (tra cui i Comuni colpiti) e dai privati.
Catena della Solidarietà
A dare un’importante, anzi fondamentale aiuto saranno così le donazioni raccolte in seguito alla catastrofe. A partire da quelle della Catena della Solidarietà. Per tre Cantoni (Ticino, Grigioni e Vallese), sono stati raccolti circa 12 milioni, ci spiega il Cancelliere dello Stato del Canton Ticino Arnoldo Coduri. È lui una delle figure di riferimento della commissione per il coordinamento delle donazioni raccolte dopo i nubifragi in Vallemaggia. «Al momento ci occupiamo delle richieste da parte di privati e associazioni. Finora ne sono arrivate una sessantina e abbiamo circa una decina di dossier pronti: lunedì ci troveremo per valutarli. Il nostro compito è di dare un preavviso sulle richieste, poi sarà la Catena della Solidarietà a decidere», aggiunge Coduri, precisando che i 12 milioni raccolti non saranno per forza ripartiti in parti uguali tra i tre Cantoni
«Non è accettabile»
Per Lorenzo Quadri, la risposta del Governo al suo atto parlamentare «è netta, ma ciò non significa che non ci siano margini di negoziazione». Né il Consiglio di Stato, né la Deputazione ticinese alle Camere federali ritengono accettabile questa risposta del Governo sugli aiuti alla Vallemaggia. «Il Consiglio federale si è sempre nascosto dietro a cavilli giuridici per non pagare. Qui ci troviamo di fronte situazione eccezionale che va considerata come tale».
Quadri, nella sua interpellanza, deplora le decisioni prese dal Consiglio federale nella seduta del 13 settembre: nello stesso giorno ha dapprima annunciato il contributo di 56,5 milioni di franchi, per poi proporre un sostegno per la ricostruzione dell’Ucraina pari a 100 milioni tramite la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. «Da parte mia non è accettabile che quando ci sono disastri in Ticino si richiamano cavilli per non contribuire, e poi senza nessuna base legale si regalano centinaia di milioni all’estero. La priorità va alle esigenze del territorio», critica il consigliere nazionale leghista. Per il Governo, tuttavia, «non vi è alcun legame diretto tra il sostegno ai Cantoni per i danni causati dal maltempo e il sostegno finanziario all’Ucraina».