Belgio

Bruxelles: «Morto l'attentatore, una vittima aveva una carta d'identità svizzera»

La procura federale del Belgio ha annunciato il decesso dell'uomo e riferito che una delle vittime era in possesso di documenti elvetici: il DFAE non ha per ora confermato la notizia, ma ha indicato che uno degli assassinati «era domiciliato nella Confederazione»
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Red. Online
17.10.2023 08:25

(In aggiornamento) L'uomo sospettato di essere l'autore dell'attentato di ieri sera a Bruxelles è morto, dopo essere stato colpito al petto negli scontri a fuoco con la polizia. È quanto confermato all'ANSA da un portavoce della procura federale del Belgio. Secondo quanto comunicato in un primo momento dall'emittente belga VRT, l'uomo sarebbe stato inizialmente «neutralizzato» nel corso di un'operazione in un bar di Schaerbeck, ed è deceduto in seguito, durante il trasporto verso l'ospedale Saint-Luc. La polizia ha fatto inoltre sapere di star cercando anche altre due persone. 

Cittadinanza svizzera?

Una delle vittime dell'attacco terroristico di Bruxelles aveva con sé una carta d'identità svizzera. Lo ha annunciato stamane il procuratore federale belga Frédéric Van Leeuw. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non ha confermato la notizia ma, senza fare esplicito riferimento alla persona con il documento elvetico, ha indicato a Keystone-ATS che uno degli assassinati era domiciliato in Svizzera. Al momento, per ragioni legate alla protezione della personalità non sono state rilasciate ulteriori informazioni.

Secondo quanto annunciato dal procuratore federale belga, questa persona è di origine svedese, così come l'altra uccisa e quella gravemente ferita nell'attacco, è stato aggiunto. Tutte e tre erano a bordo di un taxi e sono state colpite quando sono scese. Anche l'autista ha riportato delle ferite, ma è stato considerato non in pericolo di morte già nel corso della scorsa serata. 

Illegalmente in Belgio

Che cosa sappiamo dell'attentatore? Secondo quanto riferiscono i media nazionali, il sospettato sarebbe Abdeslam Lassoued, un 45.enne di origini tunisine. Richiedente asilo dal 2019, risiedeva illegalmente in Belgio: nell'ottobre 2020, dopo aver ricevuto una decisione negativa era scomparso dai radar. 

Il caso di Abdeslam era già sotto esame alla polizia belga ben prima dell'attacco terroristico di ieri sera. In una conferenza stampa tenutasi nella notte, il ministro della giustizia belga Vincent Van Quickenborne ha spiegato che l'attentatore era stato denunciato da un occupante di un centro d'asilo a Campine (non lontano da Anversa) per minacce via social. Il denunciante aveva inoltre detto alla polizia che Abdesalem era stato già condannato per terrorismo in Tunisia. La polizia giudiziaria di Anversa si era quindi attivata e, prima che avesse luogo l'attentato nel centro di Bruxelles, aveva fissato proprio per oggi una riunione sul caso. Nel frattempo le autorità federali avevano indagato sul passato dell'uomo in Tunisia, scoprendo che la condanna era legata a reati comuni e non al terrorismo. Questo dato, ha sottolineato Van Quickenborne, aveva fatto in modo che il caso non fosse trattato come «minaccia concreta o imminente».  

Stando alla ricostruzione dell'emittente LN24, ieri pomeriggio l'uomo aveva pubblicato su Facebook un post in riferimento all'omicidio di Wadea al-Fayoume, bimbo di sei anni di origini palestinesi accoltellato domenica vicino a Chicago in quello che gli investigatori statunitensi hanno definito «un crimine d'odio».  

Permane l'allerta 4 per terrorismo

Nel frattempo, nella capitale belga resta in vigore il livello di allerta 4 per terrorismo: il più elevato, e sinonimo di minaccia terroristica «grave e imminente». Restano quindi in vigore le misure di sicurezza diramate nelle scorse ore, tra cui maggiore vigilanza e rafforzamento della presenza visibile della polizia. I prossimi passi saranno valutati nel pomeriggio. 

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