Curiosità

«Cara Mobiliare, ho rotto il trofeo di Eurovision»

Il gruppo assicurativo, nel complimentarsi con l'artista vincitore, sui social ha ripreso l'ironia e il linguaggio dei suoi spot pubblicitari
Red. Online
14.05.2024 09:45

Lungi da noi fare pubblicità (gratuita) a un marchio. Ma l'occasione, d'altro canto, è troppo ghiotta. Partiamo dai fatti, innanzitutto: nel celebrare la vittoria a Eurovision 2024, beh, Nemo si è fatto scappare il trofeo sul palco. Rompendolo. Tutti noi, lì per lì, abbiamo pensato a un banalissimo incidente. La Mobiliare, invece, evidentemente ha intravisto una possibilità di marketing istantaneo. Logico, verrebbe da dire, soprattutto se consideriamo il concetto pubblicitario che da anni sorregge il colosso assicurativo, con spot (divenuti di culto) nei quali i clienti descrivono sinistri particolarmente curiosi al grido «cara Mobiliare». Con tanto di schizzo dei danni corrispondenti.

Difficile, per noi, stabilire se Nemo sia un cliente di Mobiliare. In ogni caso, la stessa Mobiliare nel complimentarsi con l'artista di Bienne ha precisato, riprendendo ironicamente il linguaggio dei suoi spot, che la disavventura dell'artista elvetico sul palco di Malmö poteva (e può) essere assicurata nel migliore dei modi. I pubblicitari, al riguardo, appropriandosi dell'incidente hanno proposto sui canali social del gruppo uno schizzo di quanto successo: Nemo, in equilibrio precario, sopra la trottola che l'ha fatto girare e ballare durante la settimana svedese e il trofeo a terra, spaccato in due. Ironica e diciamo pure iconica la frase, che richiama la canzone vincitrice: «Broke the trophy» al posto di «Broke the code». 

Una frase, quella usata dalla Mobiliare, che Nemo aveva scelto già in conferenza stampa, immediatamente dopo il trionfo. Calembour compreso. «Non ho solo "rotto" il codice ma pure il trofeo» aveva spiegato l'artista elvetico mostrando però una coppa integra: «Me ne hanno dato uno nuovo: tecnicamente, ora, ne ho due». Non solo. Sul palco, Nemo si era rotto anche un pollice. «Nulla di grave» aveva tuttavia assicurato ai giornalisti, mostrando il dito fasciato. La rottura, del codice, dei codici e anche del trofeo, allargando il campo, aveva spinto Nemo pure a lanciarsi in una piccola, ma significativa polemica: sul palco, ricorderete, Nemo aveva portato una bandiera con i colori giallo, bianco, viola e nero, la bandiera non-binaria. E sulla questione, in conferenza stampa, Nemo non aveva risparmiato qualche critica Eurovision: «La bandiera non-binaria? Gli organizzatori mi avevano vietato di portarla sul palco, ma l'ho fatto lo stesso». Una trasgressione sulla quale era stato chiuso un occhio. Non altrettanto, però, per i fan che aveva provato a portare in sala la stessa bandiera, scortati fuori dalla sicurezza. «Si tratta di un chiaro doppio standard. Ho rotto il trofeo, ma può essere riparato. Forse anche l'Eurovision Song Contest ha bisogno di qualche riparazione, di tanto in tanto».

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