Berna

Carri armati Leopard 87: via libera alla messa fuori servizio

Dopo il Consiglio nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha approvato oggi l'operazione (23 voti a 6 e 9 astenuti) — La Confederazione potrà rivendere i mezzi all'azienda tedesca Rheinmetall
© KEYSTONE/GAETAN BALLY
Ats
26.09.2023 10:28

Un contributo alla sicurezza dell'Europa compatibile con la neutralità elvetica e che non pregiudica la nostra sicurezza.

È con questa motivazione che il Consiglio degli Stati, dopo il Nazionale, ha dato il via libera oggi (25 voti a 15 e 3 astenuti) alla messa fuori servizio di 25 carri armati Leopard 87 (Leopard 2).

Come da noi desiderato, ma nel rispetto delle procedure in vigore, la Confederazione potrà quindi rivenderli all'azienda tedesca Rheinmetall, ha spiegato la consigliera federale Viola Amherd in aula nell'ambito del dibattito sul messaggio dell'esercito 2023 di cui questo aspetto costituiva il piatto forte.

La «ministra» della difesa ha spiegato, come già alla camera del popolo nel giugno scorso, che la Germania non intende impiegare i carri armati in Ucraina. Questi mezzi, tuttavia, potranno essere rivenduti ad altri Paesi europei, ha aggiunto.

Alla base di questa operazione c'è la volontà di Berlino di ammodernare i carri che sostituiranno i Leopard tedeschi messi a disposizione di Kiev nella guerra contro la Russia. Entrando nei particolari di questa transazione, dovranno venir dismessi 25 dei 96 carri armati Leopard 87 in disuso.

Secondo la «ministra» vallesana, «questa operazione rispetta la neutralità ed è, dal punto di vista della politica di neutralità, nell'interesse del nostro paese tenuto conto della guerra in Ucraina». «La rivendita dei carri al costruttore è opportuna sotto il profilo della politica estera e di sicurezza, in particolare per mandare un messaggio positivo ai partner europei della Svizzera», le ha fatto eco a nome della commissione Andrea Gmür-Schönenberger (Centro/LU).

La maggioranza crede che questa vendita non comprometterà la copertura del fabbisogno dell'esercito. Secondo Amherd, la Svizzera dispone ancora di 134 Leopard 2. Dei 71 rimanenti in disuso - ossia tolti i 25 carri alla Germania - 34 verranno ammodernati, 12 serviranno per l'istruzione e altri 25 serviranno per i pezzi di ricambio. L'esercito sostiene la vendita dei 25 carri poiché non pregiudichi la sicurezza del Paese.

Soltanto l'UDC e taluni PLR hanno respinto la messa fuori servizio dei Leopard 2 sostenendo che la Svizzera ha ancora bisogno di questi mezzi per la propria difesa. Per Alex Kuprecht (UDC/SZ), in questo momento la «Svizzera non è in grado di difendersi». A suo dire, inoltre, «non vi è la sicurezza assoluta che questi mezzi non finiranno prima o poi in Kosovo o addirittura in Ucraina».

Quale proposta di compromesso, Thierry Burkart (PLR/AG) ha proposto che i 71 carri armati rimanenti venissero riattivati o sostituiti da nuovi entro il 2035. Tuttavia, al volto anche questa minoranza è stata respinta (23 voti a 18 e 2 astenuti). Il plenum crede che la discussione sul rafforzamento delle truppe blindate non possa essere condotta nell'ambito del programma d'armamento, ma affrontata nelle discussioni sulle capacità militari necessarie per il prossimo futuro che saranno avviate l'anno prossimo.

A parte il dibattito sui carri, il resto del messaggio sull'esercito non ha dato adito a polemiche. Senza colpo ferire, l'aula ha approvato l'aumento - +660 milioni di franchi a 21,7 miliardi - del tetto massimo delle spese dell'esercito per il periodo 2021-2024.

Il plenum ha anche dato il benestare al programma di armamento 2023 pari a 725 milioni. Ciò permetterà di acquistare 24 carri armati granatieri per accrescere la mobilità delle forze terrestri, per un ammontare di 217 milioni.

Anche le capacità della difesa terra-aria a lunga gittata saranno aumentate. Il nuovo sistema Patriot sarà equipaggiato di missili supplementari, appositamente sviluppati per combattere i missili a corto raggio, per un costo di 300 milioni.

I «senatori» hanno infine approvato l'acquisizione del materiale dell'esercito 2023 (615 milioni) e il programma immobiliare del DDPS 2023 (555 milioni).