Cassis: a Lugano la conferenza dell’OSCE

Lugano si prepara ad accogliere un altro evento diplomatico di livello mondiale: dopo la prima Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina, nel luglio del 2022, la città ticinese accoglierà nel dicembre 2026 la Conferenza ministeriale dell’OSCE. Lo ha annunciato poco fa il «ministro» degli Esteri Ignazio Cassis, al termine di un incontro a Mezzana con il Consiglio di Stato del Canton Ticino. La data definitiva la deciderà l’organizzazione stessa del vertice, «ma solitamente nella prima settimana di dicembre», ha spiegato il consigliere federale.
Dal 1. gennaio
La Svizzera, dal prossimo primo di gennaio, presiederà infatti l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Si tratta, in sostanza, di uno dei pochi organismi (composto da 57 Stati) in cui sono presenti e possono dialogare Russia e Ucraina.
«Il prossimo anno, con la presidenza dell’OSCE, la Svizzera dà un chiaro segnale al mondo. Vogliamo essere utili in un momento difficilissimo. Non c’è di sicuro la coda di candidati e il fatto che ci abbiano chiesto di farlo la dice lunga anche sulla percezione di utilità che gli Stati hanno della Svizzera. Ho sempre detto: «Noi restiamo un Paese sicuro, prospero e indipendente se siamo utili al resto del mondo» e credo che questa presidenza sia esattamente il risultato di questa logica», ci aveva detto in un’intervista, appena una decina di giorni fa, il «ministro» degli Esteri.
Oltre 5 milioni di franchi
Nella seduta di mercoledì il Consiglio federale, oltre ad aver definito le priorità della presidenza, ha anche approvato il budget per l’organizzazione del vertice: al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) è stato assegnato un importo di 5,25 milioni di franchi. È infatti prassi che una volta all’anno – solitamente in dicembre – il Paese che presiede l’OSCE organizzi una conferenza a livello ministeriale.
Cinque le priorità del Consiglio federale per l’anno di presidenza: promuovere una pace duratura in Europa (attraverso il rispetto dei principi dell’Atto finale di Helsinki), rafforzare il dialogo inclusivo tra tutti i 57 Stati partecipanti, promuovere la diplomazia scientifica anticipatrice al servizio della sicurezza cooperativa, nonché «sostenere la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani». Infine, precisa il Governo, la Svizzera si adopererà per «preservare la capacità di azione dell’OSCE, che riunisce non solo i Paesi europei, ma anche gli Stati Uniti e la Russia».
Con 57 Stati partecipanti, l’OSCE – con sede a Vienna – è la principale organizzazione di sicurezza regionale a livello mondiale. In quanto tale, la sua priorità è superare le differenze e rafforzare la fiducia, ricorda il Consiglio federale. La Svizzera fa parte dell’OSCE sin dalla sua creazione a Helsinki nel 1975 e sarà il primo Paese a esercitarne per la terza volta la presidenza, dopo il 1996 e il 2014.