Cassis: «La situazione mondiale ha influito sugli accordi tra Berna e Bruxelles»

La situazione geopolitica mondiale attuale ha favorito l'avanzamento dei nuovi accordi tra Berna e Bruxelles. Secondo il consigliere federale Ignazio Cassis la Svizzera ha ottenuto più di quanto potesse sperare.
«Rispetto ai colloqui sull'accordo quadro di quattro anni fa, quando la situazione mondiale era migliore, oggi percepiamo una maggiore urgenza», ha affermato il ministro degli esteri in un'intervista rilasciata alla Neue Zürcher Zeitung (NZZ) e pubblicata oggi. «Strette e stabili relazioni con i Paesi limitrofi stanno diventando sempre più importanti», ha sottolineato.
Ciò vale anche dal punto di vista economico. «La partecipazione al mercato interno europeo è vitale per la Confederazione e diventerà ancora più importante se altri mercati non saranno più accessibili o lo saranno solo a peggiori condizioni», ha puntualizzato Cassis, precisando di augurarsi comunque che i conflitti e l'instabilità globale possano cessare il più presto possibile.
La pubblicazione settimana scorsa degli accordi con l'UE è stata «una liberazione dopo mesi estremamente intensi e faticosi», ha poi ammesso il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE). «Noto un grande interesse da parte dell'opinione pubblica - ha aggiunto -, la quale desidera comprendere ciò che abbiamo negoziato».
Cassis ritiene che il pacchetto di accordi nel suo complesso abbia un risvolto positivo per la Svizzera, ma ha ammesso di non sapere se il popolo la pensa allo stesso modo. «Oggi posso affermare con certezza che il risultato supera le nostre aspettative. D'altro canto, non riesco a immaginare una soluzione migliore per salvare la via bilaterale», ha chiosato il ministro ticinese.
Alla domanda, su quale punto in preciso il Consiglio federale abbia ottenuto più del previsto, Cassis ha risposto: «La clausola di salvaguardia inclusa nell'accordo sulla libera circolazione delle persone. Non pensavamo Bruxelles accettasse. La clausola permette all'esecutivo di convocare il tribunale arbitrale e in presenza di problemi gravi, il Consiglio federale può adottare misure, come pure indire una limitazione dell'immigrazione. Questo è ciò che Londra aveva chiesto invano prima della Brexit», ha dichiarato il responsabile del DFAE.
«Soprattutto, siamo riusciti a garantire l'essenziale: da noi continua a vigere la libera circolazione dei lavoratori», ha sottolinea Cassis. «Solo chi lavora in Svizzera o è in grado di provvedere finanziariamente al suo sostentamento può stabilirsi qui con la propria famiglia».