Svizzera

C'è chi non vuole Elon Musk in Vallese

È stato depositato un ricorso contro il mega-progetto di Starlink a Leuk: i timori sono legati a possibili effetti sulla salute e alla figura, ingombrante, dello stesso Musk
©Evan Vucci
Red. Online
30.06.2025 10:30

Ieri, domenica, è stato depositato un ricorso contro il mega-progetto di Starlink a Leuk, in Vallese, come riferisce RTS. Spoiler: c'era da aspettarselo. L'azienda di Elon Musk attiva nell'Internet satellitare, come noto, intende installare 40 antenne e, a tal proposito, ha presentato regolare domanda al governo svizzero. Gli oppositori, leggiamo, nel ricorso hanno citato le preoccupazioni circa la nocività delle onde e la paternità del progetto: Elon Musk.

Il ricorso è legato a un gruppo di cittadini e, in particolare, a un medico di famiglia di Leuk, Hanna Schnyder-Etienne, molto arrabbiata sia per la forma sia per il contenuto del progetto. Un progetto che intende combattere perché, come medico, teme le conseguenze sulla salute di queste antenne paraboliche. «Sul permesso di costruzione, si può vedere che sono previste 40 antenne, che emetteranno molte più radiazioni su di noi», ha detto la dottoressa nel programma 12h30 di RTS. Da un punto di vista ideologico, per contro, Hanna Schnyder-Etienne rifiuta anche l'idea che una società affiliata a Elon Musk si stabilisca in Svizzera. La preoccupazione, in questo caso, è legata alla sovranità dei dati.

Adrien Pinho, deputato del Gran Consiglio del Vallese, condivide queste preoccupazioni: «Stiamo parlando di un progetto che collegherebbe l'intero pianeta, dando un enorme potere a certe aziende», ha dichiarato a 19h30, sempre di RTS. «C'è un'enorme quantità di dati sensibili che potrebbero essere in transito, quindi preferiamo tenerli sotto controllo come Stato».

Tuttavia, non tutti condividono simili posizioni. Il presidente del Comune di Leuk è infatti favorevole al progetto. Secondo Alain Bregy, apparso rassicurante sulle questioni sanitarie, si tratterebbe di un'opportunità economica importante, se non importantissima per Leuk e, di riflesso, per l'intero Vallese. «Le preoccupazioni per la salute sono sempre esistite, anche con le antenne di oggi», ha detto. «Le vecchie strutture emettono fino a 36.000 chilometri, quelle nuove solo 550 chilometri. Dal mio punto di vista di ingegnere, sono meno pericolose».

Starlink potrebbe rivelarsi molto utile anche in caso di interruzione di corrente, secondo altri sostenitori del progetto. Quando le ingenti nevicate hanno interrotto le comunicazioni nell'Alto Vallese, questa primavera, nemmeno i soccorritori hanno potuto contare sui loro walkie-talkie sulla rete Polycom. «A Zermatt c'è stato un vero problema di comunicazione. Il Polycom non funzionava», ha affermato Isabelle Chappuis, consigliera nazionale del Centro. «In casi del genere, sarebbe ideale avere una rete satellitare su cui poter contare».

Le antenne di Polycom funzionano con l'elettricità. Poiché le batterie di riserva si esauriscono rapidamente, i cantoni devono ricorrere spesso ai generatori di emergenza. Tuttavia, questi generatori non potevano essere trasportati nelle zone colpite in Vallese a causa delle condizioni meteorologiche.

La Confederazione, in ogni caso, ha assicurato che si è trattato di un caso isolato. Della serie: non è necessario puntare tutto sui satelliti. «I satelliti non penetrano negli edifici, nelle automobili o nei trasporti pubblici, a differenza del sistema terrestre», ha spiegato Markus Hess dell'Ufficio federale della protezione civile. «Quindi, Starlink non è la soluzione a tutti i problemi, ma solo una soluzione complementare».

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