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Centrali idroelettriche: «Serve più tempo per regolare i deflussi minimi»

È quanto chiede una mozione del Consiglio Nazionale approvata oggi anche dagli Stati per 31 voti a 12
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Ats
05.03.2024 11:41

Le centrali idroelettriche con diritti d'acqua privati disporranno di un certo periodo di tempo prima di essere assoggettate alle regole sui deflussi minimi. È quanto chiede una mozione del Consiglio Nazionale approvata oggi anche dagli Stati per 31 voti a 12.

I diritti d'acqua privati o immemorabili sono stati considerati dal Tribunale federale come diritti d'uso esclusivi senza limiti di tempo e, quindi, anticostituzionali. Ciò significa che ai proprietari di tali impianti è vietato costruire o investire.

La mozione chiede quindi al Consiglio federale di elaborare un progetto di legge che stabilisca un termine entro il quale queste centrali devono rispettare i requisiti di risanamento o i deflussi residuali, ossia la quantità che occorre lasciare nei fiumi o ruscelli.

Ciò consentirà ai detentori di diritti di lunga durata di ammortizzare il loro investimento prima di essere soggetti al regime ordinario sui deflussi minimi. A lungo termine, queste centrali saranno quindi trattate alla stregua delle centrali oggetto di una concessione di diritto pubblico.

Il campo rosso-verde si è opposto invano alla mozione. A suo parere, la sentenza del TF va applicata senza indugio dal momento che l'energia idroelettrica è già oggi utilizzata in modo intensivo in Svizzera e i deflussi minimi rivestono una grande importanza dal punto di vista ecologico.