Fact-checking

Come si sono informati gli svizzeri nel 2022

Dopo aver passato in rassegna alcune tendenze dell'informazione (e della disinformazione) del 2022 a livello globale, scopriamo qualcosa di più sui risultati della Confederazione
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Facta.News
06.01.2023 06:00

Nello scorso articolo di questa rubrica curata dalla redazione di Facta.news abbiamo passato in rassegna alcune tendenze dell’informazione (e della disinformazione) del 2022 a livello globale. Ma tra i Paesi di cui si occupa il Digital news report stilato dal Reuters Institute, centro di ricerca dell’Università di Oxford c’è anche la Svizzera. Scopriamo, quindi, come è successo nel modo di informarsi svizzero nell’ultimo anno e quali insegnamenti portarci nel 2023.

In generale

Il giornalismo svizzero si è distinto per le efficaci strategie di abbonamento che negli ultimi anni hanno incentivato la sottoscrizione di servizi di informazione. Basti pensare che tra il 2019 e il 2022 la percentuale di coloro che hanno pagato per ricevere notizie è cresciuta di sette punti percentuali, dall’11 per cento al 18 per cento degli intervistati. 

D’altra parte, i media esclusivamente digitali tendono ad offrire servizi gratuiti per il proprio pubblico e sono spesso caratterizzati dalla presenza di banner pubblicitari finanziati da inserzionisti esterni. Un’eccezione è Republik che, grazie ad una campagna di crowdfunding lanciata nel 2018, ha raggiunto nel 2022 i 29.000 abbonati.

Nell’ultimo anno il pubblico svizzero ha apprezzato soprattutto i format informativi tradizionali, mentre podcast e contenuti audiovisivi sembrano diffondersi con una certa lentezza. Nonostante ciò, nel 2022 ci sono stati anche esperimenti innovativi: è il caso del quotidiano di informazione 20 Minuten che ha investito su nuovi formati per i contenuti destinati alle piattaforme social e sperimentato sulla propria applicazione le traduzioni automatiche nelle lingue parlate dalle minoranze (tra queste, il portoghese e l’albanese).

Qualche dato dal pubblico

Come ricordavamo, dai sondaggi condotti tra il pubblico svizzero dal Reuters Institute è emerso che nel 2022 il 18 per cento degli intervistati ha pagato per informarsi online, sottoscrivendo un qualche tipo di abbonamento. Il 35 per cento ha dichiarato di aver ascoltato almeno un podcast nell’ultimo mese.

La fiducia nei media è relativamente alta rispetto agli altri Paesi coperti dall’indagine, tra il 46 e il 55 per cento, a seconda che si faccia riferimento ai media in generale (nel primo caso) o a quelli che vengono utilizzati per informarsi (nel secondo). Per confronto, in Francia le percentuali sono rispettivamente del 29 e 38 per cento, in Germania del 50 e 57 per cento, e in Italia del 35 e del 41 per cento.  Tra il 2016 e il 2022 la fiducia nei media in Svizzera è rimasta abbastanza costante, oscillando tra il 44 e il 52 per cento. Tra il 34 e il 37 per cento degli intervistati ha dichiarato di considerare i media svizzeri indipendenti, o dal punto di vista politico o da quello commmerciale.

Guardando ai diversi servizi di informazione offerti, nell’anno appena concluso il pubblico ha apprezzato soprattutto le emittenti statali, considerate più affidabili sia nella Svizzera tedesca che in quella francofona. Seguono i quotidiani locali e di attualità. Ultimi per affidabilità, agli occhi del cittadino, sono i media digitali.

L’uso dei social network

Per quanto riguarda l’utilizzo dei social network, c’è una discreta differenza tra l’uso legato all’informazione e quello generale. Come mostrato dalla tabella riportata sotto, il 30 per cento degli intervistati ha dichiarato di utilizzare WhatsApp come mezzo di informazione, contro un utilizzo generale dell’applicazione di messaggistica istantanea del 76 per cento.

  Fonte: Digital news report 2022 - Svizzera
  Fonte: Digital news report 2022 - Svizzera

Situazione simile anche per le altre piattaforme, con una crescita di 2 punti percentuali nell’utilizzo di Instagram come fonte di informazione e di un punto percentuale per quanto riguarda LinkedIn. In generale, il 32 per cento degli intervistati ha dichiarato di utilizzare social network, applicazioni di messaggistica o email per condividere le notizie.

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