Rapporti internazionali

«Con il Patto mondiale sui rifugiati progressi reali ma insufficienti»

È quanto ritiene il consigliere federale Ignazio Cassis che all'inizio di una riunione di monitoraggio tenutasi oggi a Ginevra ha auspicato un maggiore aiuto alle persone piuttosto che alle «strutture»
©SALVATORE DI NOLFI
Ats
15.12.2025 13:33

I progressi ottenuti con il Patto mondiale sui rifugiati sono «reali», ma «insufficienti» e «distribuiti in modo diseguale»: è quanto ritiene il consigliere federale Ignazio Cassis che all'inizio di una riunione di monitoraggio tenutasi oggi a Ginevra ha auspicato un maggiore aiuto alle persone piuttosto che alle «strutture».

Occorre «ridurre la burocrazia» e «rafforzare il ruolo degli attori locali», ha dichiarato il responsabile del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) davanti a migliaia di partecipanti. Per la comunità internazionale, l'obiettivo deve essere quello di arrivare a un'emancipazione economica dei rifugiati, secondo Cassis.

Il consigliere federale ha reso un vibrante omaggio all'«instancabile impegno» dell'italiano Filippo Grandi, che lascerà a fine dicembre il suo incarico dopo dieci anni alla guida dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Ha inoltre promesso il suo sostegno al successore designato, l'ex presidente iracheno Barham Saleh.

Le attuali tensioni politiche rendono la situazione degli spostamenti nel mondo «più complessa», ha aggiunto il responsabile del DFAE, in particolare per quanto riguarda il legame tra protezione dei rifugiati e migrazione economica.

In Occidente «fatichiamo» a condurre discussioni «responsabili» su questo tema, ha ammesso Cassis. Il ticinese auspica che la riunione prevista fino a mercoledì a Ginevra stabilisca una tabella di marcia in vista del prossimo Forum mondiale sui rifugiati nel 2027. La Svizzera continuerà intanto a versare 300 milioni di franchi all'anno.

Da parte sua Grandi ha denunciato gli «attacchi ripetuti» quest'anno in tutto il mondo contro la Convenzione del 1951 sui rifugiati. Ha deplorato «una tempesta dopo l'altra». Tuttavia, chiedendo di preservare la condivisione di responsabilità tra Stati, ha promesso che la comunità internazionale continuerà a operare per dare prova di solidarietà sulla base del Patto mondiale.

Dopo Grandi, Saleh si appresta a guidare un'agenzia dell'Onu che deve far fronte a numerose difficoltà, dopo i tagli statunitensi e di altri Paesi. Circa 5'000 posti di lavoro sono stati soppressi. Effetti sono stati avvertiti in 185 uffici dell'UNHCR nel mondo. Il budget è stato ridotto a 8,5 miliardi di dollari per il 2026, con un calo di quasi il 20% rispetto a quest'anno.

In un rapporto pubblicato oggi, organizzazioni per i rifugiati deplorano la mancanza di sostegno. Chiedono alle autorità e ai donatori di eliminare gli ostacoli finanziari e legali affinché gli impegni degli attori locali possano essere attuati.

Centinaia di rifugiati prenderanno la parola durante la riunione in programma fino a mercoledì a Ginevra; per parteciparvi circa 130 di loro hanno ricevuto il sostegno della Svizzera. Diverse migliaia di persone sono attese per valutare i progressi del Patto. Oltre agli Stati e ai rifugiati, sono rappresentati anche il mondo accademico e il settore privato.