Berna

Consiglio federale di 9 membri ancora a rischio bocciatura

Ha incassato l'ennesimo no il tentativo di aumentare di due unità il numero dei componenti del Governo – La Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale ha respinto l'iniziativa dei Verdi «per più concordanza»
© KEYSTONE/Anthony Anex
Red. Confederazione
15.11.2025 06:00

La proposta di aumentare il numero dei consiglieri federali non è nuova nel dibattito politico svizzero. La prima volta era stata fatta all’inizio del secolo scorso. L’ultima, negli scorsi mesi, dai Verdi, convinti che con nove «ministri» anziché sette si possano avere una maggiore concordanza e una migliore rappresentanza linguistica nell’Esecutivo. Ma anche questo tentativo, al pari dei precedenti, rischia di infrangersi contro uno scoglio. La Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale, infatti, ha respinto con 14 voti contro 11 l’iniziativa parlamentare presentata dal gruppo ecologista per modificare l’articolo 175 della Costituzione per l’ampliamento del collegio governativo. L’organo parlamentare ritiene che un ampliamento del collegio in funzione di variazioni dei rapporti di forza politici non necessariamente durature potrebbe compromettere la stabilità del sistema politico. L’obiettivo principale del Consiglio federale, sottolinea la commissione, è governare e non rispecchiare in modo aritmetico la composizione politica del Paese. Inoltre, un Governo con più membri, e quindi più dipartimenti, richiederebbe uno sforzo di coordinamento maggiore, il che fa temere un aumento della burocrazia. La Commissione ricorda inoltre che il tema è già stato discusso più volte negli ultimi anni, da ultimo nel 2021, senza mai ottenere una maggioranza nelle Camere.

La minoranza della commissione, invece, si è detta favorevole all’ampliamento del Governo, convinta che un Consiglio federale più numeroso permetterebbe una migliore rappresentanza delle forze politiche, delle regioni e delle diverse realtà linguistiche, rafforzando la tradizione di concordanza. Secondo la minoranza, i carichi di lavoro dei membri dell’Esecutivo sono cresciuti in modo significativo rispetto all’epoca della fondazione dello Stato federale (1848), motivo per cui una ripartizione su più persone sarebbe opportuna.

Il primo tentativo era stato fatto nel 1900, con un’iniziativa popolare che chiedeva sia l’aumento del numero dei consiglieri federali sia l’elezione diretta del Governo da parte del popolo. Alle urne, il 65% dei votanti disse no. Una proposta analoga fu nuovamente respinta nel 1942, con il 67,6% di voti contrari (i no in Ticino furono il 70%).

Il tema è riaffiorato dopo più di mezzo secolo, nell’ambito di una riforma dello Stato. Tra gli scenari considerati c’era la transizione a un governo di nove membri. Tuttavia, le Camere federali hanno respinto la proposta nel 2004 e di nuovo nel 2012. Il tema è stato rilanciato dalla vodese Isabelle Moret (PLR) nel 2013, lo stesso anno in cui il Parlamento ha respinto due iniziative del Canton Ticino. La Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale ha inviato in consultazione una revisione dell’articolo 175 della Costituzione federale che prevedeva sia un Governo a nove membri sia l’obbligo di una equa rappresentanza delle regioni del Paese e di quelle linguistiche. La proposta è stata approvata in prima battuta con 17 voti contro 7 ma poi nel plenum del Nazionale è caduta con 97 voti contro 88. Quanto ai costi dell’operazione, erano stimati in circa 16-18 milioni di franchi una tantum e in 34-39 milioni annui a regime.

Il penultimo tentativo risale al 2021, quando in Parlamento è giunta un’iniziativa della socialista bernese Nadine Masshardt. Ebbene, in quella occasione il Nazionale ha detto sì con 102 voti contro 79 e 4 astensioni. La maggioranza ha sposato le argomentazioni della commissione preparatoria secondo cui la composizione politica del Consiglio federale rappresentava molto meno bene rispetto al passato i rapporti di forza all’interno del Parlamento. Nella primavera del 2022, tuttavia, gli Stati hanno detto no con un verdetto senza appello: 29 voti contro 9.