Continua il braccio di ferro su Sika

Il CdA limita al 5% i diritti di voto della Schenker-Winkler Holding - Il presidente Paul Hälg parla contro il "matrimonio" con il gruppo francese Saint-Gobain
Red. Online
12.04.2016 19:31

BAAR (ZG) - Continua il braccio di ferro per il controllo di Sika: come era nelle previsioni oggi il consiglio di amministrazione (Cda) ha limitato al 5% i diritti di voto della Schenker-Winkler Holding (SWH) sui principali punti all'ordine del giorno nell'assemblea generale.

Davanti agli azionisti riuniti a Baar (ZG) il presidente Paul Hälg ha indicato che dal luglio scorso non sono più state intavolate discussioni fra il Cda e la famiglia fondatrice Burkard-Schenker, che controlla il gruppo attivo nelle specialità chimiche attraverso SWH.

Come noto nel dicembre 2014 SWH aveva fatto sapere di voler vendere la sua partecipazione (del 16% del capitale, ma del 53% dei diritti di voto) al gruppo francese Saint-Gobain per 2,75 miliardi di franchi, un prezzo di vendita assai superiore al valore di mercato delle corrispondenti azioni. Dopo l'annuncio vari azionisti e i manager aziendali erano saliti sulle barricate, cercando di contrastare l'operazione. Ne è nato un contenzioso tuttora pendente presso i tribunali.

Hälg ha una volta ancora ripetuto gli argomenti contro il matrimonio: le prospettate sinergie non si realizzeranno e non vi è una garanzia dei posti di lavoro. La transazione non è nell'interesse di Sika, bensì unicamente degli eredi Burkard, ha detto. Ecco perché il Cda ha deciso di limitare il diritto di voto di SWH, basandosi sugli statuti. Spetterà comunque al tribunale cantonale di Zugo decidere - presumibilmente questa estate - se questo modo di procedere è corretto. Se non dovesse essere il caso tutte le decisioni prese saranno considerate nulle.

Oggi su Saint-Gobain ha sparato anche il presidente della direzione Jan Jenisch, finora apparso misurato. "Non abbiamo bisogno di loro, né nel passato, né nel futuro", ha detto. Il comportamento controproducente dei francesi ha aumentato la motivazione del personale, "che non è diminuita nemmeno dopo 16 mesi di assedio".

Jenisch ha anche definito una "vergogna" il fatto che i sei membri indipendenti del Cda non siano più pagati da un anno a questa parte e si è rivolto a loro ringraziandoli per il loro impegno contro il tentativo di presa di controllo da parte di Saint-Gobain. Le parole del CEO sono state accolte con un'ovazione dalla sala.

Il fatto che i manager in questione lavorino gratis è dovuto al fatto che l'assemblea di aprile ha respinto il rapporto sulle remunerazioni, confermando la sua posizione anche nell'assemblea straordinaria di luglio. Il no in questione era stato in pratica l'unico successo della famiglia fondatrice, che nel punto in questione non si era vista limitare il diritto di voto: questo perché il tema non aveva a che fare con l'acquisizione.

Secondo Hälg il taglio delle remunerazioni fa parte della strategia di logoramento portata avanti dai Burkard. Da parte sua Jenisch ha sottolineato che l'intera dirigenza sostiene i membri indipendenti del Cda: negli ultimi 16 mesi nessun alto dirigente ha rassegnato le dimissioni, ha detto.

In rappresentanza di SWH è sceso invece in campo il consigliere di amministrazione Urs Burkard. A suo avviso in gioco vi è una vendita privata fra la famiglia fondatrice e Saint-Gobain: il Cda non ha voce in capitolo. Burkard ha sottolineato come il gruppo francese abbia promesso che Sika rimarrà svizzera: a tutti i dipendenti è inoltre stato garantito il posto di lavoro per due anni. "Chi può disporre di qualcosa del genere oggigiorno?" si è chiesto, raccogliendo però la disapprovazione dell'assemblea.

La stessa reazione è stata mostrata dagli azionisti presenti anche nei confronti dei consiglieri nazionali UDC zurighesi Roger Köppel e Hans-Ueli Vogt. "State danneggiando la certezza del diritto e il nostro ordine economico liberale", ha ammonito Köppel rivolgendosi ai consiglieri di amministrazioni e ai manager. "Tornate alla ragione e rispettate i legittimi interessi della famiglia Burkard", ha aggiunto. Da parte sua Vogt - che è professore di diritto economico all'Università di Zurigo - ha parlato di una violazione della normativa sulle società anonime.

Sul fronte opposto si è invece schierata la consigliera nazionale Doris Fiala (PLR/ZH), che ha fatto presente il caso di Alstom, il cui comparto energia è stato rilevato da GE con la soppressione di numerosi posti di lavoro.

Intanto rispondendo a una richiesta di informazioni di SWH l'azienda ha fatto sapere che la battaglia contro l'acquisizione di Saint-Gobain è costata finora 13,4 milioni, di cui 6,45 milioni per perizie giuridiche.

La vertenza insomma prosegue: oggi con i voti SWH è stato negato il discarico a sei consiglieri di amministrazione (fra cui il presidente Hälg). Via libera per contro ai tre rappresentanti SWH e alla direzione.