L'iniziativa

Contro la vendita e l'uso di fuochi d'artificio

Al via la raccolta firme per l'iniziativa popolare che intende vietare in particolare i petardi che, col loro botto, secondo i promotori, disturbano il vicinato e spaventano gli animali
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Ats
03.05.2022 12:24

La gioia di poche persone non deve ridurre la qualità di vita di tanti altri. Con questo slogan è cominciata oggi la raccolta delle firme per l'iniziativa popolare che intende vietare la vendita e l'uso di fuochi d'artificio, specie i petardi che col loro botto, secondo i promotori, disturbano il vicinato e spaventano gli animali.

Le restrizioni applicate in alcuni comuni grigionesi, come Davos, dovrebbero essere estese all'intero territorio nazionale, si legge in un comunicato odierno del comitato apartitico.

Secondo quest'ultimo - che gode del sostegno di Pro Natura, Greenpeace e altre associazioni che si battono per i diritti degli animali oppure contro l'eccessivo rumore, ma che raccoglie simpatie anche tra i politici di diverso orientamento politico - purtroppo l'uso dei «botti» non si limita al primo di agosto o alla notte di San Silvestro. No: non passa serata estiva senza che fuochi d'artificio vengano fatti esplodere sia da lontano che da vicino, per non parlare delle feste di famiglia come compleanni e matrimoni o le sagre di paese. Insomma, ogni occasione è buona per fare rumore.

Evitare stress e panico

Stando al comitato, i petardi significano stress per le persone sensibili ai rumori o per coloro che vogliono trascorrere una serata rilassante all'aria aperta. I bambini piccoli vanno in panico, come anche cani e gatti. Una notte è in bianco è programmata.

Nelle secche giornate estive, poi, i fuochi d'artificio incontrollati mettono in pericolo la flora e la fauna: gli incendi sono un rischio. Migliaia di svizzeri, secondo il comitato, preferiscono trascorrere all'estero la festa del primo di agosto, dove non ci sono i fuochi d'artificio, senza il bisogno di barricarsi con i loro animali nelle cantine o nelle stalle.

Vietare uso fuochi «rumorosi»

L'iniziativa popolare «Per una limitazione dei fuochi d'artificio» vuole proteggere le persone, l'ambiente e gli animali mediante una modifica dell'articolo 74 della Costituzione federale (Protezione dell'ambiente). L'obiettivo? Vietare i fuochi che causano rumore. Per manifestazioni di carattere sovraregionale, le autorità possono concedere eccezioni.

I Cantoni sarebbero competenti per l'applicazione delle nuove disposizioni che entrerebbero in vigore due anni dopo un eventuale doppia maggioranza alle urne.

Uno «spostamento delle vendite»

Secondo i promotori dell’iniziativa, il testo non mette a rischio posti di lavoro. «Questo argomento si nomina spesso, tuttavia, la restrizione riguarda principalmente i fuochi d'artificio importati dall'estero. All’inizio l'industria nazionale di fuochi d'artificio risentirà probabilmente un leggero calo delle vendite», si legge nell’argomentario del comitato. Questo poiché «solo i fuochi d'artificio che provocano botti sono limitati per uso privato. I vulcani o i fuochi d'artificio professionali d’importanza regionale sono consentiti». Si verificherà insomma «uno spostamento delle vendite», affermano i favorevoli.

«Questione di tolleranza»

Un sì all’iniziativa «peserebbe molto sulla branca», afferma invece, da noi contattato, Urs Corradini, presidente dell'Ufficio svizzero di coordinamento fuochi d'artificio (SKF), che rappresenta l’industria pirotecnica svizzera. Quantificare quanto questa iniziativa andrebbe a «pesare» non è possibile, dice Corradini. «Le lamentele per i botti non sono nulla di nuovo. Ma i giorni in cui è possibile accendere fuochi d’artificio senza autorizzazione sono solo due all’anno: Capodanno e il 1. Agosto. Un divieto generale di fuochi d’artificio “rumorosi”, peraltro ancorati nella nostra tradizione, per due giorni di festa all’anno, sia sproporzionato». Per Corradini è una questione di tolleranza: «A favore dell’iniziativa ci sono anche amanti dei cani. In Svizzera ci sono molte persone che si lamentano tutti i giorni per il rumore di cani che abbaiano. Non per questo si è lanciata un’iniziativa per vietare i cani».