Controlli alle frontiere, la Svizzera vuole parlare con la Germania

A causa dell'annunciato inasprimento dei controlli alle frontiere da parte della Germania è previsto un colloquio telefonico a livello ministeriale tra quest'ultima e la Svizzera. La Confederazione ritiene che i respingimenti sistematici al confine siano contrari al diritto vigente.
Se la Germania dovesse rifiutare l'ingresso a persone che hanno già attraversato il confine nazionale, ciò violerebbe almeno tre principi, ha indicato oggi per iscritto a Keystone-ATS la Segreteria di Stato della migrazione (SEM).
Sarebbero interessati l'accordo Dublino, il Codice frontiere Schengen (CFS) e il diritto internazionale in relazione alla Convenzione sui diritti dell'uomo e il principio di non allontanamento, viene aggiunto. Attualmente viene chiarito in che misura sarebbero interessati anche gli accordi bilaterali tra Svizzera e Germania.
Per discutere i prossimi passi, è previsto un colloquio telefonico a livello ministeriale, ha fatto sapere oggi a Keystone-ATS il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di cui è responsabile il consigliere federale Beat Jans. Un tale colloquio telefonico vi è già stato tra il ministro dell'Interno austriaco Gerhard Karner e il suo omologo tedesco, Alexander Dobrindt.
Il nuovo ministro dell'Interno tedesco vuole frenare l'immigrazione clandestina aumentando il numero di agenti di polizia alle frontiere terrestri della Germania e rendendo più severe le regole. Poche ore dopo il suo insediamento, l'esponente della CSU ha annunciato che in futuro anche i richiedenti asilo potranno essere respinti al confine.
Ieri sera il DFGP si è rammaricato sul social X del fatto che Dobrindt abbia preso queste misure senza prima passare per una consultazione. La Svizzera si aspetta che la circolazione transfrontaliera di persone e merci non subisca ostacoli. «I cittadini di entrambi i Paesi devono poter continuare ad attraversare liberamente il confine per recarsi al lavoro», viene affermato.
Jans rimane convinto che gli Stati Schengen possano affrontare le sfide della migrazione solo insieme e ha sottolineato che si tratta sempre di persone, incluse quelle vulnerabili come donne e bambini.