Immobili

Costo degli affitti: «In Svizzera romanda la situazione rischia di diventare insostenibile»

Lo sostiene la piattaforma di confronti internet Comparis sulla base di un sondaggio – Particolarmente colpite sono le persone con entrate più basse della media: il 31% dei nuclei famigliari con un reddito mensile inferiore a 7000 franchi spende oltre il 36% del proprio budget per l'abitazione
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Ats
13.05.2025 08:47

Nella Svizzera romanda i costi per l'alloggio mettono in difficoltà sempre più famiglie: la crisi è reale e la situazione rischia di diventare insostenibile, sostiene la piattaforma di confronti internet Comparis sulla base di un sondaggio.

Particolarmente colpite sono le persone con entrate più basse della media: il 31% dei nuclei famigliari con un reddito mensile inferiore a 7000 franchi spende oltre il 36% del proprio budget per l'abitazione. E per l'8% del campione di 1000 persone interpellate in marzo nei cantoni di Berna, Berna, Ginevra, Giura, Neuchâtel, Vaud e Vallese l'onere rappresenta addirittura più della metà del reddito.

"I numeri mostrano che è in corso una crisi silenziosa", afferma l'esperto di Comparis Harry Büsser, citato in un comunicato odierno. "Senza un sostegno mirato all'attività edilizia, soprattutto nelle città, la situazione continuerà a peggiorare". Molti inquilini beneficiano infatti ancora di affitti bassi, ma il relativo cuscinetto di protezione si riduce sempre più. Secondo Büsser "il mercato è già surriscaldato e molte statistiche non rispecchiano la realtà".

Le famiglie che hanno meno di 7000 franchi, particolarmente colpite, rappresentano il 46% di tutti gli interpellati, ma non sono solo loro a essere sotto pressione: anche chi ha un reddito più alto si ritrova in difficoltà. Nel complesso in Romandia il 22% di tutte le famiglie spende più di un terzo del proprio reddito per abitare. Tra chi vive in una casa in affitto la percentuale arriva addirittura al 28%, mentre tra i proprietari di immobili scende al 13%.

Allo stesso tempo, quasi la metà degli intervistati rifiuta categoricamente di allungare i tempi del tragitto casa-lavoro, anche se così si abbasserebbero notevolmente i costi della pigione. "Se ne deduce che c'è bisogno soprattutto di più progetti edili nelle città, dove lavora la maggior parte delle persone", argomenta Büsser.

Il 90% degli intervistati che abitano in affitto dichiara di pagare meno di 3000 franchi al mese per il canone di locazione. "Ma è così solo perché molti vivono nello stesso appartamento da oltre dieci anni e beneficiano di pigioni basse", osserva lo specialista. Tanti non potrebbero permettersi affitti a prezzi di mercato, come quelli di Ginevra, dove un appartamento di 4 locali costa in media 3500 franchi. "Gli affitti attuali non rispecchiano ancora la dura realtà del mercato, ma questa situazione non si protrarrà a lungo", ritiene Büsser. A suo avviso sono necessarie misure che incentivino l'attività edilizia, affinché aumenti l'offerta. "Se la disponibilità di appartamenti fosse maggiore, i prezzi non aumenterebbero così tanto".

Con l'incremento dei prezzi cala drasticamente la possibilità di comperare un immobile. Solo il 10% degli interrogati considera l'acquisto di una casa a prezzi superiori a 1,25 milioni di franchi. Se si arriva a 2 milioni, la percentuale scende al 2%. "Questo dimostra che i prezzi nelle regioni urbane sono ormai fuori dalla portata di gran parte della popolazione", afferma il professionista. Büsser fa notare tuttavia che il 2% di tutta la Romandia corrisponde comunque a 20’000 famiglie. "Non c'è dunque da stupirsi che ci siano ancora molti acquirenti per immobili che costano più di 2 milioni". A suo dire nel segmento del lusso i prezzi sono destinati ad aumentare ancora.