Pandemia

Creato un rivelatore 3D per mantenere il distanziamento sociale

I ricercatori del politecnico federale di Losanna hanno convertito il loro software destinato alle auto autonome per fare un sensore destinato misurare le distanze sociali per la COVID-19
© CdT/ Chiara Zocchetti
Ats
07.05.2021 12:46

Ricercatori del Politecnico federale di Losanna (EPFL) hanno convertito il loro software destinato alle auto autonome per farne un sensore 3D che misura la corretta distanza sociale per il Covid-19. Questo potrebbe essere utile per il trasporto pubblico, i ristoranti e le imprese.

Il team del Laboratorio di intelligenza visiva per il trasporto (VITA) all’EPFL lavorava all’applicazione dell’algoritmo per le auto autonome, ma la pandemia gli ha fatto cambiare obiettivo. «Abbiamo capito che aggiungendo alcune funzionalità, il nostro strumento potrebbe essere utile alla crisi che stiamo vivendo», ha detto Lorenzo Bertoni, dottorando, citato in un comunicato di oggi dell’EPFL.

I ricercatori, il cui lavoro è appena stato pubblicato sulla rivista IEEE Transactions on Intelligent Transportation Systems, hanno quindi voluto migliorare il loro algoritmo per tenere conto dell’importanza di rispettare una distanza sociale di 1,5 metri tra le persone. L’algoritmo era originariamente stato elaborato per rilevare l’avvicinamento di un altro mezzo o di un pedone in strada e per indurre il veicolo autonomo a frenare, cambiare direzione o accelerare.

Con uno smartphone

Mentre gli attuali rilevatori di distanza richiedono l’uso di altri strumenti di telerilevamento, quello sviluppato dall’EPFL può essere semplicemente aggiunto a una fotocamera o a uno smartphone. Calcola in modo innovativo le dimensioni delle sagome e la distanza sociale tra le persone. La stima della distanza si basa sulla dimensione delle persone e non sul suolo.

«Per localizzare persone in 3D, i sensori convenzionali partono dal principio che ogni persona sia in piedi sulla stessa superficie piana. Questo significa che la telecamera non può essere in movimento e il suo uso è limitato. Per esempio, questo pone problemi di precisione quando la persona sta facendo le scale», sottolinea Bertoni, primo autore dello studio.

L’algoritmo identifica anche l’orientamento dei corpi, le interazioni sociali all’interno di un gruppo di persone presenti in un determinato spazio. Può così rilevare se stanno parlando tra di loro, così come il rispetto della distanza di sicurezza di 1,5 metri tra le persone.

Rispetto della sfera privata

Il sensore dell’EPFL, chiamato MonoLoco, garantisce anche l’anonimato. Ha bisogno solo di conoscere la distanza tra le articolazioni di una sagoma (spalle, polsi, anche, ginocchia) per calcolare la distanza tra le persone e il loro orientamento.

Scatta una foto o registra un video di uno spazio e li converte in sagome schematiche e anonime dotate di «punti chiave», rendendo inutile l’archiviazione delle foto o dei video iniziali. «Riteniamo quindi che questa tecnologia sia un passo nella giusta direzione in termini di rispetto della sfera privata», ha puntualizzato Bertoni.

L’algoritmo, il cui codice sorgente è liberamente disponibile sul sito web del laboratorio, potrebbe avere molteplici applicazioni «nei trasporti pubblici, naturalmente, ma anche nei negozi, ristoranti, uffici, stazioni e fabbriche, per garantire la salute dei lavoratori con il rispetto delle distanze e permettendo loro di andare al lavoro», spiega il ricercatore.

Una prima applicazione sugli autopostali è prevista nell’ambito di un partenariato tra l’EPFL e la Posta.

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