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Da proibire non è solo la svastica? «Siamo delusi, ma di questi tempi è un segnale importante»

Il Consiglio degli Stati approva il divieto di utilizzare ed esporre simboli estremisti, senza limitarsi solo a quelli nazionalsocialisti: critiche dalla Federazione svizzera delle comunità israelite
Luca Faranda
20.12.2023 22:45

Svastiche, croci,rune delle SS, numeri e codici, ma anche bandiere, animali e saluti di vario genere. Sono oltre settanta - ma la lista non è esaustiva - i simboli che, a seconda del loro scopo, possono avere connotazioni naziste, razziste, violente o estremiste.

L’elenco è stato stilato dall’Ufficio federale di giustizia (UFG) già un anno fa (era il 15 dicembre 2022). La questione di vietare tali simboli, infatti, si pone da tempo. In realtà, fin dall’inizio del nuovo millennio. Rispetto ad altri Paesi, in Svizzera è infatti legale disegnare svastiche o indossare magliette di stampo nazista o estremista. È punibile solo l’uso (in base all’articolo 261 bis del codice penale) di simboli estremisti se l’autore li utilizza pubblicamente per propagare un’ideologia. Dimostrarlo, però, non è facile.

Mozione respinta

Lo scorso maggio il Consiglio nazionale ha accolto una mozione (dell’allora consigliera nazionale argoviese Marianne Binder-Keller, oggi «senatrice» del Centro) che chiedeva espressamente di «vietare senza eccezioni la simbolica nazista in pubblico». L’atto parlamentare riguardava però solo ed esclusivamente l’utilizzo di simboli noti del nazionalsocialismo.

Il risultato? La proposta si è infranta contro la Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati. Quest’ultima ha deciso di allargare il raggio d’azione a ogni forma di estremismo proponendo una sua propria mozione, accolta tacitamente oggi dagli Stati (l’altra è stata respinta). «Questa soluzione permette al Consiglio federale di preparare una legge o una serie di articoli che condannano esplicitamente tutti i simboli estremisti e violenti», ci spiega la «senatrice» Céline Vara (Verdi/NE), secondo cui la mozione di Binder-Keller era troppo restrittiva.

«Abbiamo voluto dare al Governo un margine di apprezzamento più ampio e che riguardi non solo la questione dell’antisemitismo, ma ogni forma di odio e di incitamento alla violenza. In questo periodo di insicurezza e di violenza nel quale viviamo, penso che sia fondamentale».

«Siamo delusi»

La decisione di non concentrarsi unicamente sui simboli nazisti non è piaciuta alla Federazione svizzera delle comunità israelite (FSCI). «Siamo delusi», ci conferma Jonathan Kreutner, segretario generale della FSCI. A suo avviso, «ciò ha ulteriormente ritardato un rapido divieto dei simboli nazionalsocialisti. C’è anche il rischio che il divieto fallisca di nuovo, come quasi 15 anni fa, a causa della discussione su un vasto catalogo di divieti».

Kreutner, tuttavia, apprezza la volontà politica di muoversi su questo tema e parla di «segnale importante, soprattutto di questi tempi». Oltre a ciò, «tale divieto può anche porre fine all’uso sempre più frequente dei simboli nazisti per rafforzare i messaggi politici, dimenticando la storia».

Rune, saluti e ossa incrociate

L’atto parlamentare accolto oggi dagli Stati, in ogni caso, integrerà (almeno in parte) le intenzioni di Binder-Keller. Basterà? «Come primo passo, dovrebbe essere vietato un catalogo chiaro di simboli nazisti come la svastica, il saluto nazista, la “Sieg-Rune” delle SS, il teschio e le ossa (o tibie) incrociate delle SS e la “stella ebraica gialla”», sottolinea il segretario generale della Federazione svizzera delle comunità israelite, aggiungendo che ciò «non preclude la possibilità di vietare altri simboli estremisti in fasi successive».

Più soddisfatto invece Philippe Kenel, presidente della Lega internazionale contro il razzismo e l’antisemitismo (LICRA): «Sono contento che questa mozione sia stata accolta. In un momento in cui l’estrema destra è in crescita in Europa, questa decisione di condannare la propaganda a favore di regimi razzisti e antisemiti è un’ottima notizia», dichiara Kenel al CdT.

E ora? Il prossimo anno il Nazionale sarà chiamato a esprimersi su questa nuova proposta più ampia (l’altra, invece, è definitivamente archiviata). La sua futura applicazione rimane però un grande punto di domanda. L’Ufficio federale di giustizia ritiene che «un divieto esplicito dell’uso di simboli nazionalsocialisti e razzisti potrebbe in linea di principio essere introdotto, ma la sua realizzazione concreta sarebbe impegnativa dal punto di vista giuridico e redazionale».