Dagli intellettuali svizzeri un appello a Berna: «Più fermezza con Israele»

Diverse personalità svizzere di spicco del mondo dell'arte e della scienza chiedono al Consiglio federale, in una lettera aperta, di adottare una linea più dura nei confronti del governo israeliano per proteggere la popolazione nei territori palestinesi occupati.
La missiva è stata diffusa domenica dall'avvocato zurighese Marcel Bosonnet, che in passato ha rappresentato, tra gli altri, l'informatico e attivista statunitense Edward Snowden, naturalizzato russo.
Tra i firmatari figurano gli scrittori Peter Stamm, Pedro Lenz e Martin R. Dean, la scrittrice Melinda Nadj Aboniji, le storiche Svenja Goltermann ed Elisabeth Joris e l'attivista per la pace Jochi Weil. Il primo firmatario è l'organizzazione "Jüdische Stimme für Demokratie und Gerechtigkeit in Israel/Palästina" ("Voce ebraica per la democrazia e la giustizia in Israele/Palestina").
Tra le altre cose, i firmatari chiedono un embargo sulle armi contro Israele, il divieto di importazione di merci dagli insediamenti israeliani in Cisgiordania e sanzioni contro alti dignitari israeliani.
Nella lettera aperta si ricorda che nel gennaio 2024 la Corte internazionale di giustizia ha constatato che nella Striscia di Gaza incombe il pericolo di un genocidio. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sulla prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, in casi simili tutti gli Stati contraenti sono tenuti ad adottare misure preventive. La Svizzera vi ha aderito nel 2000.
Già a fine di maggio, circa 400 scrittori britannici e irlandesi e circa 300 autori francofoni avevano chiesto in appelli pubblici un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. In tale occasione avevano accusato Israele di commettere un genocidio nei territori palestinesi. Il governo israeliano respinge con forza questa accusa.